Lettera di invito diffida di alcuni abitanti di via Robertini a rappresentanti politici, tecnici e forze dell’ordine.
Cronaca/Attualità/di Redazione
Siamo tutti alquanto stressati da questa lunga fase di restrizioni delle libertà individuali, dalle difficoltà economiche e dalla voglia di ricominciare a vivere.
Siamo diventati tutti emotivamente più instabili, fragili ma ciò non deve farci dimenticare che esiste un confine che la sana ragione deve farci cogliere, prima della stessa legge, davanti al quale bisogna fermarsi prima che il proprio diritto diventi prevaricazione dell’altrui, principalmente se “l’altrui” è rappresentato dalle fasce di popolazione più deboli. Parlo degli anziani, dei bisognosi di assistenza domiciliare, di cure. Parlo dei bambini che hanno la necessità fisica di avere un minimo di spazio vitale, lontano da pericoli e da chi i pericoli tende a creali per egoismo ed interesse personale.
Basterebbe scrollarsi di dosso un po’ di arroganza e presunzione e mettersi nei panni “dell’altro”, tentando di capire cosa “l’altro” gradirebbe per non sentirsi emarginato e mancato di rispetto dal proprio simile.
Un discorso a parte meriterebbero le autorizzazioni ed i controlli e qua sarebbe il caso che gli uffici comunali cominciassero a lavorare in sincronia e non, come succede ora, a settori stagni in cui ognuno opera per i fatti e quando poi succede l’inghippo son tutti innocenti e danno il via al ballo più famoso del mondo: il valzer dello scarica barile.
Succede così che il cittadino per vedersi riconosciuto un minimo sindacale di rispetto dei propri diritti è costretto a passare alle maniere “forti” senza le quali sembra ormai che in questa città non si possa ottenere nulla. Una città in cui i diritti sono stati trasformati in favori e come tali riservati ai propri cortigianiNe è .
Ne è esempio via Robertini dove alcuni cittadini sono stati costretti a ricorrere ad un invito diffida diretto ad autorità politiche, tecniche e forze dell’ordine affinché vengano rimossi gli ostacoli ed i disagi provocati da alcune iniziative poste in essere da operatori economici della zona e che trascorsi 15 giorni dalla notifica dell’invito senza alcun esito avrebbero interessato S.E. il Prefetto.
“La presente per denunciare quanto segue: – scrivono Dante De Ronzi ed Alessio Filieri firmatari dell’invito-diffida – In via Robertini è stato occupato suolo pubblico con fioriere e tavoli in maniera illegittima. – non sono infatti rispettate le misure minime della carreggiata indispensabili per garantire la circolazione dei privati, dei mezzi pubblici e dei mezzi di soccorso. Non è previsto nessun camminamento protetto per la sicurezza dei pedoni.
Tale situazione crea gravissimo pregiudizio alla comunità ostacolando di fatto, se non impedendo, la libera fruizione delle proprie dimore ubicate nel centro antico e talune provviste di posto auto autorizzato”.
” Crea altresì situazioni di conflittualità e di soggezione psicologica – proseguono De Ronzi e Filieri – violando i diritti fondamentali alla mobilità anche di individui fragili e bisognosi di cure ed assistenza. Ci appare grottesco e stupefacente che i soggetti istituzionalmente preposti assumano un atteggiamento pilatesco per fatti che si svolgono proprio sotto la sede Municipale.
Per quanto innanzi si diffidano i responsabili in indirizzo a voler intervenire ricercando soluzioni alternative che possano venire incontro alle esigenze dell’attività economica senza creare Illegittimi ostacoli e disagi ai residenti ed ai servizi pubblici di sicurezza e assistenza. Si fa presente che trascorsi 15 giorni dalla presente, senza che si sia intervenuti a risolvere il problema, provvederemo ad interessare S.E. il Prefetto di Lecce”.
” Si precisa altresì – concludono i firmatari- che per qualsiasi evenienza, inconveniente, infortunio, disagio, danno ed altro che dovesse verificarsi, a far data dalla presente, sì provvederà senza indugio ad interessare l’autorità giudiziaria competente alla quale ognuno di noi per le proprie responsabilità è tenuto a rispondere personalmente in termini di legge”.