Cronaca/ di Redazione

Galatina – Lo stadio comunale “Giuseppe Specchia” di Galatina si scrolla di dosso il passato, conseguenza di dubbi rivelatisi infondati, e lo fa  grazie alla buona volontà dei cittadini e degli imprenditori del posto.

Domenica mattina sono stati loro a rimboccarsi le maniche e scendere letteralmente in campo perché è da quello stadio, croce e delizia, che il paese intende ripartire.
Un passo indietro. Lo scorso 16 settembre si è concluso con un’assoluzione con formula piena il processo sportivo che era stato aperto dalla Figc con la sostanziale accusa per gli imputati, i dirigenti della società “A.S.D. Galatina 1917”, di contiguità con il clan Coluccia.

Una vicenda intricata per la quale il procuratore generale aveva chiesto la radiazione totale dall’albo delle società sportive e cinque anni di interdizione da ogni incarico sportivo per i dirigenti Adriano Margiotta e Federico Lisi. Dirigenti ad oggi assolti, si diceva, da ogni accusa.

Dal giorno di quell’interdittiva antimafia, il buio aveva avvolto quel gioiellino che, come campo di allenamento, aveva anche accolto diverse squadre di serie A impegnate nel Salento.
Ebbene quel campo, oggi, diventa simbolo di rinascita partendo dal basso, dalla partecipazione spontanea. I galatinesi si sono rimboccati le maniche, tute e cappellini al seguito. C’è chi ha verniciato le pareti, chi le ringhiere, con al fianco gli imprenditori che hanno finanziato l’acquisto di reti, vernice e la pulizia del verde. Pennelli, tagliaerba e tutti gli attrezzi del mestiere sono stati messi a disposizione dagli stessi cittadini e dalle maestranze locali.
Galatina riparte da qui: da una giornata all’insegna del motto “volere è potere” e non c’è accusa che tenga. Non più.

La A.S.D Galatina 1917, alla luce dell’assoluzione, ha intanto riacquistato a pieno tutti i suoi diritti,  mentre una nuova società, messa in piedi da un gruppo di volontari e imprenditori, sta disputando il campionato di Prima Categoria utilizzando però il titolo sportivo del Real Galatone.
I presupposti per scrivere una nuova pagina dunque ci sono tutti, ma “l’inchiostro” richiederebbe uno sforzo in più.

«Vedere i miei concittadini all’opera con tanta passione e voglia di contribuire attivamente alla rinascita dello stadio, mi ha davvero commosso -spiega Leonardo Donno, portavoce alla Camera dei deputati del Movimento 5 Stelle, dai natali galatinesi- ho raggiunto lo stadio con la mia famiglia perché avevo intuito che qualcosa di bello e unico stava accadendo. Un giorno di festa dedicato alla rinascita, per lanciare un messaggio forte e chiaro: mai smettere di sperare, basta volerlo”.

L’onestà premia sempre e vince – prosegue Donno- i galatinesi non hanno chiesto niente a nessuno. In una mano “dall’alto” ci sperano, certo. Ma non hanno alcuna intenzione di aspettare un segnale dalle istituzioni. E così il fai-da-te ancora una volta ci insegna qualcosa. Ci insegna il significato vero di partecipazione, ma anche il valore dello sport che unisce e fortifica il senso del fare comunità. Lo spirito giusto è la chiave di tutto”.

“Già a partire dallo scorso anno – conclude il parlamentare 5 Stelle- avevo sostenuto pubblicamente un progetto nuovo e certamente scevro da qualsivoglia contaminazione criminale. Un sogno che l’interdittiva ha bruscamente interrotto e che oggi vedo risorgere dalle cenere di un processo che ha dato ragione a chi, per primo, ci ha creduto.
Da questa domenica lo stadio di Galatina ha intrapreso un percorso nuovo e il primo faro ad accendersi è stato quello più forte e significativo: lo spirito di partecipazione, per il quale oggi l’ASD Galatina dice “grazie” ai suoi concittadini».