In tarda serata giunge l’ordinanza n.413 del Presidente Emiliano e cambia nuovamente le carte in tavola.
Cronaca/di Paola Carrozzini
Sono le ore 8.00. 5 minuti di auto e sono a scuola. L’orario d’ingresso dei piccoli gruppetti che usufruiscono della DIDATTICA IN PRESENZA è fissato per le 8.15. La loro giornata scolastica dura 4 ore.
Pochi per classe vengono a scuola a rotazione per non lasciare soli i bambini BES per i quali è prevista la frequenza regolare. Aspetto i piccoli all’ingresso. Ci avviamo verso la classe. Fortunatamente è con noi l’insegnante di sostegno assegnata per 22 ore settimanali al bambino BES. Possiamo contare sul suo aiuto se dovessimo averne bisogno.
Avviamo una start-up. Nel frattempo accendo il MIO computer. Non tutti gli insegnanti hanno in dotazione quello della Scuola. E poi preferisco quello personale. Lo tocco solo io. Evito di maneggiare cose che toccano anche altri. Seguo le regole anti-Covid.
Attendiamo le 9.00, orario in cui si collegano i bambini da casa. Ecco, è ora. Apro il collegamento. 5 minuti di connessione. La perdo. Riavvio il computer. Tempo che passa. Ho lezione dalle 9.00 alle 10.06 (le mie 2 normali ore di lezione contratte in 1h e 6m).
Riprendo la connessione. 5 minuti e la perdo nuovamente. Avevo deciso di non usare il Wireless del mio cellulare ma cedo alla tentazione. Voglio lavorare con i miei bambini che a casa mi aspettano. Attivo l’Hotspot e finalmente va senza interruzioni. Lavoriamo tutti insieme: bambini al loro PC e bambini in classe.
Nel frattempo il bimbo BES è impegnato in altre attività con l’insegnante di sostegno. Ma è felice della nostra compagnia. Ogni tanto, dalla mia postazione lo saluto con la mano ed un sorriso. Lui ricambia quando incrocia il mio sguardo. Scade il tempo. Ho 6 minuti esatti per raccogliere tutte le mie cose e dare il cambio ad una collega.
Corro in un’altra classe. Qui, nessun BES. Sono sola davanti a banchi vuoti. La lezione inizia alle 10.12 e finisce alle 10.42. Poco più di una mezz’ora. La connessione è buona. Evito di utilizzare quella del mio cellulare. I bimbi di questa nuova classe mi aspettano impazienti. Li conto. Ci sono tutti anche se alcuni sono insieme davanti allo stesso dispositivo: gruppi di 2 o 3, senza mascherina.
Mah! Perlomeno la responsabilità non è della scuola. Bisogna capire. Quando lavorano entrambi i genitori e nessuno dei due può assentarsi dal lavoro, si trovano soluzioni alternative. Tento di condividere un file sul quale lavorare insieme. <Maestra, io non vedo nulla!><Io, neppure!><Allora, facciamo così: disattivate tutte le telecamere e riproviamo!><Adesso, va bene, maestra!>. Bene…..procediamo ma lentamente….devono stare tutti al passo.
Molti sono soli a casa davanti al loro dispositivo. Non c’è nessuno che li aiuta. Devono anche riprendere la connessione da soli. E quando rientrano, esclamano: <Maestra, che hai detto? Io non ho sentito, non ho capito….> Il nostro tempo a disposizione finisce. Ho 6 minuti esatti per correre nell’ultima classe, al piano di sopra, dove lavorerò dalle 10.48 alle 12.00.
I bambini che usufruiscono della DIDATTICA A DISTANZA devono stare non più di 3 ore al giorno davanti al computer, per l’appunto dalla 9.00 alle 12.00. In questa nuova aula ci sono pochi bambini ma, tra loro, un BES senza insegnante di sostegno (impegnato con lui normalmente solo 11 ore settimanali) e senza educatore. Una bella gatta da pelare!
Impegno il piccolo in qualcosa adatta a lui ma, quando mi allontano per dedicarmi agli altri, lui non riesce a continuare da solo, ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a concentrarsi, si alza, gironzola, cerca di disturbare i compagni. La lezione con il resto della classe viene continuamente interrotta, perdiamo il filo. Perdiamo pure la connessione intanto che ha ripreso a fare i capricci proprio adesso. Cerchiamo di concludere comunque.
In questa aula abbiamo la fortuna della presenza di una LIM. Non c’è in tutte le aula e questo costituisce un problema quando si ha la necessità di condividere un file o un video. I bambini in presenza non possono vedere attraverso lo schermo di una LIM. Ecco, questa è la tipica situazione di DIDATTICA MISTA nella quale un docente non vorrebbe mai trovarsi. Si sudano sette camicie per coordinare e conciliare il tutto. E il lavoro dell’insegnante comincia a confondersi con quello dell’equilibrista-giocoliere-prestigiatore.
Dalla mezzanotte del 5 novembre entra in vigore il nuovo DPCM, datato 3-11-2020, che prevede in tutta Italia, anche nelle zone rosse, la DIDATTICA IN PRESENZA per Scuola dell’Infanzia, Scuola Primaria e 1° classe della Scuola Media. E in Puglia che succede? Si domandano tutti. Sulle prime l’Assessore Lopalco, ospite ad un programma di RAI 1, si lascia scappare: “Dobbiamo riaprire le Scuole come previsto nel nuovo DPCM che toglie alla Regioni il potere di estendere misure restrittive”.
Viene subito smentito dal Presidente Emiliano che invece si dimostra deciso a mantenere in piedi la sua Ordinanza Regionale ma comunica una affermazione, confermata poi anche dall’Ufficio Scolastico Regionale, che lascia sbigottiti, soprattutto i Dirigenti Scolastici: “E’ consentito ai Dirigenti degli Istituti Scolastici di aumentare la quota di DIDATTICA IN PRESENZA attualmente autorizzata fino a soddisfare le richieste delle famiglie, compatibilmente con le previsioni del nuovo DPCM e sempre che le condizioni epidemiologiche lo consentano”.
Sono esterrefatta. Non ho parole. E come me, tutti i cittadini pugliesi. Il 5 novembre, il Presidente scrive una lettera indirizzata all’Ufficio Scolastico Regionale e ai Dirigenti Scolastici: “Nelle more dell’adozione di specifica ordinanza in via di pubblicazione che entrerà in vigore lunedì 9 novembre p.v. le Scuole dovranno attenersi al modello organizzativo in essere anche al fine di non disorientare l’utenza”.
Nella tarda serata del 06 novembre arriva finalmente l’ordinanza regionale tanto attesa (la n. 413 con oggetto misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19) con essa il Presidente Emiliano ordina la riapertura delle scuole secondo quanto previsto dal decreto del Governo. Consente però alle famiglie di decidere se mandare i figli a scuola oppure usufruire della didattica online. Obbliga, inoltre, le istituzioni scolastiche a garantire il collegamento per la didattica a distanza in modalità sincrona con quella in presenza.
Aspettavamo chiarezza e semplificazione.
Il Presidente ci regala confusione e difficoltà.