Rubriche/Opinioni/di Veronica Romano
Signori, hanno toccato il fondo.
Hanno toccato il punto di non ritorno, quel punto che difficilmente potrà essere superato, se non da loro stessi.
Hanno pensato bene di chiudere il centro, ma non per costruire un presepe su cui far convergere la creatività e la fantasia del Paese.
Non per cercare di fare il presepe più bello del mondo e far venire tutto il mondo a visitarlo.
Si è preferito “violentare” il Paese e la festa, riempiendo il centro, riempiendo i luoghi più aperti e frequentati di “ferro vecchio”.
Si è trattato il Natale come se fosse la “sagra della purpetta”, tra bruco mela, un twist e un cha, cha, cha.
Manca solo il “pallone” su cui picchiare con violenza per misurare la forza, quelle bottiglie di vermouth o marsala da afferrare al collo con il cerchietto e qualche piatto fondo da sbattere con violenza per dimostrare al pubblico che non si rompe. E poi gridare felici: evviva è Natale!
Una festa religiosa, fatta di riti e tradizioni, una festa per far rivivere luoghi e momenti caratteristici, al suono di quella musica natalizia che non ti stanchi mai di ascoltare, ci toccherà passarla tra schiamazzi e trenini.
E mentre il mondo prepara Chiese e presepi, mentre i centri storici ospitano decine di eventi natalizi, mentre i borghi assumono toni fiabeschi e mentre tutt’intorno si spande il profumo di prodotti tipici e miele, noi ci prepariamo per il LUNA PARK.
Possibile che si abbia una visione così distorta del Natale ?.
E’ possibile osare così tanto da finire per ricoprirci di ridicolo ?
Speriamo nevichi. Speriamo venga giù tanta neve, ma proprio tanta.
Coprirà, LE COSE SBAGLIATE, ma di sicuro, non riuscirà a coprire
la vergogna.