Cronaca/di Redazione
E’ opinione diffusa che l’Amministrazione stia violando regolamenti e procedure sanzionatorie.
Incapaci di far pervenire come al solito nei tempi dovuti gli avvisi per il pagamento relativo ai tributi ICP e TOSAP, anche quest’anno i responsabili dell’Ufficio Tributi, con la silente complicità degli amministratori, hanno dovuto prorogare i termini spostandoli dal 31 gennaio al 31 marzo.
Derogare da un regolamento comunale (ricordiamo che i regolamenti sono leggi) se fatto occasionalmente, pur essendo pur sempre una violazione di legge, passi. Reiterarlo sistematicamente è ben altro discorso.
Nello specifico si tratta dell’art. 29, comma 3, del Regolamento comunale per la disciplina della pubblicità che per l’appunto fissa al 31 gennaio dell’anno di riferimento il termine di scadenza per il pagamento, variazioni e cessazioni di attività.
Quest’anno oltre alla fatidica incapacità di riuscire ad estrapolare i dati certi relativi al tributo ICP e Tosap dal database del sistema informatico, stamparli ed inviarli si sono aggiunte appunto le irregolarità emerse dal lavoro di rilevazione svolto dalla ABACO srl. di cui ci siamo già occupati in un precedente articolo di cui forniamo il link. https://www.ilsedile.it/?s=Abaco
In sintesi l’Abaco usa per inserire i dati ricavati dalle proprie rilevazioni un software che è incompatibile con quello in uso nel Comune e pertanto l’Amministrazione comunale ha dovuto acquistare, oltre al servizio, anche la licenza d’uso di tale software per un anno.
Il censimento dei cespiti immobiliari ai fini della Tosap e dell’ICP è in fase di svolgimento dal 2019, vi sembra mai possibile che si debba giungere a gennaio del 2020 per scoprire che si sta operando con due software incompatibili tra di loro? Siccome Galatina non è una città di dimensioni metropolitane vi sembra mai possibile che dopo mesi il lavoro non sia stato ancora completato nei tempi dovuti? La scusante è stata comunque presa al volo per giustificare ancora una volta l’incapacità a svolgere il proprio lavoro.
Quello che non riusciamo a capire è su quali linee logiche ed anche giuridiche si sta muovendo l’Amministrazione. Sta concedendo una proroga temporale a chi ha eluso il pagamento del tributo ed invece di una sanzione amministrativa regala agevolazioni.
Ogni insegna fuori regola avrebbe dovuto per prima cosa essere segnalata agli Uffici di competenza (visto che da soli non son mai riusciti inspiegabilmente a rilevare dette infrazioni) affinché venga notificata all’imprenditore l’irregolarità e la relativa sanzione amministrativa. Ma non è tutto. La domanda di variazione o cessazione deve essere redatta su carta da bollo da 16 euro con allegata una marca da bollo di analogo importo per la risposta.
Dell’una e dell’altra cosa pare proprio che ancora nulla sia stato fatto. In cambio però è stata concessa una proroga dei termini per far regolarizzare in maniera indolore chi fino ad oggi ha fatto il furbo costringendoci a regalare 40.000 euro all’ABACO s.r.l.
Se confermata o non rivista nella sua esecuzione, oltre a quanto già detto sul mancato rispetto del regolamento, vi sarebbe da aggiungere il procurato danno erariale non solo ai danni del Comune (mancata sanzione) ma anche per lo Stato (valori bollati).