Cronaca/di p.z.
L’otto marzo del 1994 si spegnava a Galatina l’on. Beniamino De Maria. I funerali, alla presenza in forma privata dell’allora Presidente della Repubblica on. Luigi Scalfaro, suo caro amico, si svolsero il 09 marzo.
A 29 anni dalla sua morte, Galatina ed i galatinesi sembrano aver dimenticato del tutto questa nobile figura di uomo e di politico che tanto lustro e tanta eredità in termini morali e patrimoniali ha lasciato alla città.
Dell’on. De Maria si poteva non condividere il suo credo politico, le sue idee, ma mai la sua rettitudine di uomo, di politico integerrimo e di amante della città. Una città a cui ha lasciato una inestimabile eredità: L’ospedale S. Caterina Novella, il Quartiere Fieristico, il Palazzetto dello Sport, un notevole impulso al suo sviluppo economico e culturale e tanto altro.
Dopo di lui la decadenza della città. Da ombelico del Salento è divenuta periferia del Salento. L’Ospedale S. Caterina Novella è oggi solo la parvenza di quel fiore all’occhiello che era stato sino ad un trentennio fa. Di quel che fu, restano solo ceneri e non sono certamente quelle dell’Araba Fenice.
Peggio ancora il Quartiere Fieristico. Quella che era nata nelle aule della scuola elementare di Piazza Fortunato Cesari si trasferì negli ampi spazi espositivi del nuovo quartiere fieristico e step by step raggiunse gli onori e le ribalte nazionali divenendo la Fiera Nazionale di Galatina. Oggi restano alla città tre padiglioni ed una palazzina degli uffici cadenti ed inutilizzabili. Anch’essa un’eredità buttata al vento, un treno perso, una preda su cui tanti avvoltoi si sono fiondati e abbondantemente sfamati sino al lasciare della preda il solo scheletro.
Cosa ha avuto in cambio dalla sua città questo Padre Costituente della Repubblica Italiana? L’intitolazione di una strada in una sperduta zona della città, una zona di campagna periferica priva anche della maggior parte delle opere di urbanizzazione primaria.
Leggiamo intitolazioni di strade a tanti personaggi che la città l’hanno utilizzata, assoggettata ed altri ancora che hanno vissuto senza onta ne gloria. Se plaudiamo al riconoscimento che la città tributa ai suoi tanti figli meritori di essere ricordati per averle dato lustro e rinomanza, non possiamo che dissentire e dolercene nel non vedere onorati tra questi alla stessa stregua l’on. Beniamino De Maria.
La speranza, oltre che il desiderio ed il suggerimento ai nostri amministratori, e che presto si colmi questa lacuna che non è certamente un punto d’onore per la città. Colmarla è doveroso quale atto di stima e di riconoscimento verso un uomo che ha amato la sua terra e la sua città e l’ha posta sempre al centro della sua attività politica.