di Redazione
Il Consiglio di Stato interpellato con un ricorso dal consigliere di minoranza di Gallipoli, avv. Francesco Colloridi ha definitivamente risolto la querelle che ha visto interpretazioni diverse sull’assegnazione del seggio consiliare in caso di qurum non pieno da parte della maggioranza. Si tratta di un caso analogo a quello verificatosi a Galatina dove sui 16 seggi conplessivi da asseganre il 60% spettava alla maggioranza ed il 40% alle minoranze. L’ intoppo nasceva proprio dal numero complessivo dei seggi in quanto il 60% di 16 è 9.6 . Le minoranze hanno sempre interpretato il 60% come la soglia massima invalicabile per la maggioranza mentre per assegnarne 10 significherebbe superare detta soglia. Di diversa interpetazione e di segno opposto è stata quella della maggioranza degli Uffici Elettorali i quali hanno assegnato, come a Galatina così a Gallipoli, il seggio alla maggioranza. L’interpretazione era stata quella che, secondo loro, deve essere garantito a chi vince un ampio margine per la governabilità. Dello stesso parere è stato anche il Consiglio di Stato che con sentenza 3793 del 15 luglio ha confermato l’intepretazione dell’Ufficio elettorale ed anche la sentenza di primo grado al Tar respingendo il ricorso dell’avv. Colloridi e confermando nel numero di 10 i consiglieri da assegnare alla maggioranza e di 6 all’opposizione. Il Consiglio di Stato ha, invero, chiarito che l’arrotondamento deve avvenire per eccesso e, quindi, all’unità superiore, in modo tale da garantire alla coalizione vincente un numero di seggi pari alla quota minima del 60% di quelli disponibili.