Il controllato che paga profumatamente il controllore per non controllare… sa d’essere stato nominato solo ed esclusivamente per questo.

Rubriche/Opinioni/ di Piero D’Errico

Solo Renzi può succedere a se stesso tanto è il vuoto che occupa il PD.
Che sia allo sbando è cosa nota, che sia percepito ormai come un partito lontano dalla gente anche questa è cosa nota.
Non mi sarei meravigliato neanche un po’ se avessero fischiato il già Ministro Roberta PINOTTI in una qualsiasi occasione pubblica.
Forse l’avrei fischiata anche io in quella qualsiasi occasione pubblica che non fosse però quella dei funerali di Stato a Genova.
Vi dirò che forse non l’ho mai apprezzata come dovuto, mi è sembrata troppo spesso impegnata nella parte della “Boschi anni ’70” o della “Boschi over 60”, insomma nella parte della Boschi per quelli della mia età.
Però i fischi in quella circostanza, proprio no, almeno per il rispetto dovuto alle vittime.
Per non trasformare in tifoseria da stadio, un luogo di lutto, di tragedia e di preghiera.
Lo stesso vale per il buon Martina, anche lui caduto nella stessa sorte insieme forse ad altri, per una strana combinazione tutti del PD.
Applausi invece per gli esponenti della maggioranza di Governo, Rocco Casalino compreso, percepiti giustamente “non responsabili” e decisi nell’immediato, a perseguire le responsabilità senza guardare in faccia nessuno.
Neanche le potenti “dynasty” di casa nostra.
La società Autostrade, percepita dalla gente come parte del sistema, parte del potere condiviso con la vecchia politica.
Forse, generata proprio da quel sistema di cui si nutriva e che contemporaneamente nutriva.
Bene hanno fatto a iniziare la procedura di revoca della concessione.
Chissà se altri avrebbero fatto la stessa cosa.
Dovremmo costituirci tutti parte civile per il dolore e il danno che hanno causato al nostro Paese.
La gente è molto più pratica, ha già individuato le responsabilità e le ha individuate in quella marmellata di tecnici e consulenti nominati e pagati a peso d’oro o comunque più del loro valore professionale se mai ne avessero.
Nominati per approvare relazioni e certificazioni già confezionate da chi le chiedeva, e dagli stessi preparate per legittimare i loro sporchi e crudeli interessi.
Una commistione vergognosa e scandalosa tra controllori e controllati.
Uno dovrebbe avere la preoccupazione di fare le cose perfette, l’altro accertare e cercare tra le cose perfette le meno perfette o imperfette in una comune visione e in un unico desiderio: la sicurezza.
Condividere entrambi identici principi morali di correttezza e onestà.
Dovrebbero partire da posizioni quasi conflittuali, da posizioni divergenti e differenti nel rispetto di regole e ruoli.
Per come sono andate le cose, l’unica certezza è che molto spesso abbiano avuto un solo riferimento: il denaro.
Il controllato che paga profumatamente il controllore per non controllare, per non accorgersene di un qualcosa e il controllore nella sua struggente e vigliacca consapevolezza sa d’essere stato nominato solo ed esclusivamente per questo.
Per dire ciò che volevano sentir dire.
La gente ha fame di una sana, giusta e corretta politica.
Forse è troppo presto per gli applausi o forse troppo tardi per i fischi.