Trascorso già metà del tempo concesso per la demolizione della muratura abusiva. Sarà la solita ordinanza di facciata?
Egregio Direttore,
ho letto con attenzione il suo articolo “Controlli inesistenti, elusione delle regole concessioni allegre. Città e cittadini indifesi”. Mi complimento per il contenuto ineccepibile e soprattutto per il coraggio mostrato tipico del giornalismo di inchiesta e denuncia seria portato all’attenzione del più vasto pubblico. A conforto di quanto grave è la situazione mi permetta di aggiungere qualche altro fatto e considerazione sul tema vissuto con esperienza personale.
La questione riguarda gli abusi edilizi in Corte Vinella effettuati da una coppia di ineffabili professionisti francesi da qualche anno proprietari di una porzione di immobile sito a primo piano della corte in argomento.
Ebbene i signori Charllier Patrick e Marie Anne, che probabilmente nel loro paese sono dei cittadini ossequiosi e rispettosi delle leggi, qua in Italia a Galatina sono stati beccati a saccheggiare e deturpare il nostro patrimonio storico architettonico.
Per essere esatti:
Hanno edificato in sopraelevazione in terrazzo, ove vige naturalmente il divieto assoluto, un manufatto a volta piana latero cementizio con ampliamento plano volumetrico e distruzione del preesistente locale tecnico storico con copertura tipica a tetto in cannucciato e tegoline in terracotta.
Hanno apposto un cancello abusivo alla corte sottraendo alla comunità uno spazio pubblico da oltre 50 anni.
Hanno intercettato le canne fumarie dei camini della proprietà sottostante impossessandosene arbitrariamente
per un utilizzo proprio ed esclusivo.
Hanno arrecato danni alla proprietà sottostante smaltendo a “cascata” e fuori norme le acque piovane del terrazzo.
Hanno inquinato il pozzo di acqua freatica esistente sverzando i reflui delle lavorazioni di levigatura del pavimento
Hanno rimosso un albero di fico spontaneo esistente nella muratura facendo largo impiego di sostanze tossiche e nocive e mi fermo qui ma l’elenco potrebbe continuare.
Bene a questo punto cosa pensate sia successo a seguito delle nostre puntuali denunce agli uffici competenti?
In breve NULLA!
Per avere il rispetto delle regole siamo dovuti ricorrere ad un legale che dopo numerose insistenze scritte e verbali è riuscito a far smuover la macchina burocratica ed ottenere prima i sopralluoghi e poi finalmente le ordinanze di demolizione del manufatto in terrazzo e rimozione del cancello abusivo.
Si badi bene che la prima nostra denuncia scritta risale al 2008 ossia sette anni fa!
La storia non è conclusa se, come riferito da testimoni, una allegra brigata di avvocati e polizia locale con ennesimo sopralluogo hanno deciso che il cancello si può rimontare.
La misura caro Direttore è colma e tramite il suo giornale voglio solo assicurare chicchessia che a casa mia nessuno potrà venire ed impormi un manufatto non voluto e non autorizzato dalla Soprintendenza
E non si rendano ridicoli funzionari comunali addetti con motivazioni risibili di sicurezza….
A tal proposito mi permetto anche di osservare quanto sia penoso, squallido e inopportuno assistere pubblicamente ad atteggiamenti cordiali, comprensivi, solidali con chi non rispetta le regole e le leggi e viceversa insofferenti e spesso chiaramente ostili con i cittadini onesti che chiedono semplicemente il rispetto delle leggi e delle regole.
Troppi sono oramai gli episodi di incomprensione tra una visione in puro stile burocratese ed il buon senso, la buona educazione di un cittadino desideroso di vedere una città rispettosa e civile .
Omissione d’atti d’ufficio e abuso di potere sono i reati più comuni nella pubbliche amministrazioni per poter continuare indisturbati a “interpretare” a favore degli amici le leggi e viceversa applicarle punitivamente agli altri.
Per tutto quanto innanzi il sottoscritto ritiene che oramai solo un intervento terzo super partes può ripristinare un sano rapporto tra Ente Locale e cittadini e pertanto anticipo sin da ora che nei prossimi giorni é’ mia ferma intenzione di recarmi in Procura ed invocare un intervento dell’Autorità competente
Distinti Saluti
Dante De Ronzi
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Egregio ing. De Ronzi,
ero a conoscenza della vicenda, anche se inquadrata e collocata in un contesto di abusivismo assai più ampio riguardante l’ appropriazione indebita di spazi pubblici. Lei mi ha solo anticipato. Avevo già nel mio faldone personale l’ordinanza n. 44/D della Direzione Territorio ed Ambiente, mi ero soltanto riservato di “arricchire” con ulteriore documentazione il tutto per offrire ai lettori un’idea più completa di dove ci sta portando il lassismo e la miopia principalmente politica e poi burocratica. Per poter avere un minimo indispensabile di legalità si sta costringendo il cittadino a diventare gendarme perché il gendarme non riesce ad essere nè gendarme nè cittadino.
Sono personalmente convinto che chiunque se prima di essere un politico, un dirigente, un funzionario, un impiegato un lavoratore fosse un corretto cittadino della propria comunità tutto sarebbe più semplice e più funzionale.
Ritornando in tema dicevo di essere in possesso dell’ ordinanza n.44/D con cui si ingiunge ai signori Charlier Patrick Pierre e Duflocux Charlier Marie-Anne di demolire le opere abusive da loro realizzate nell’abitazione di cu in oggetto entro 90 giorni dalla notifica dell’ordinanza medesima. Sappiamo pure dalla stessa ordinanza che è stato devoluto al Dirigente del Corpo di Polizia Municipale del Comune di Galatina il compito di sorvegliare sulla esecuzione della stessa. Noto dai timbri che l’ordinanza è stata protocollata il 14 di aprile 2015 il che significa che metà del tempo concesso per il ripristino originario dello stato dei luoghi è trascorso senza che nulla sia successo, anzi si riparla di cancello per rendere privato in Corte Vinella ciò che è demanio. Tralasciando considerazioni sulle metamorfosi che i tanto civilissimi (o forse pseudo tali) cugini d’oltre alpe vantano, per eccessiva autostima o sbruffoneria nazionale, e supportati anche da quanto ordinato dalla direzione del Territorio ed Ambiente, combatteremo insieme a lei questa battaglia perché quelle per la legalità sono le battaglie che maggiormente ci piace combattere. Distinti saluti. (p.z.)