Oltre 389mila pugliesi hanno fruito delle agevolazioni fiscali concesse per le ristrutturazioni, in 77mila per le riqualificazioni energetiche e in 41mila per il «bonus arredi»
Rubriche/Ricerche&Studi/di Confartigianato imprese Puglia
Meno costruzioni ma più ristrutturazioni e riqualificazioni: ecco come il comparto edile prova ad uscire da una crisi profonda. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati del Dipartimento Finanze.
In particolare, 389.053 pugliesi hanno fruito, l’anno scorso, degli incentivi concessi per il recupero ed il miglioramento del patrimonio edilizio. L’ammontare complessivo dichiarato è stato di 219 milioni 862mila euro (per una spesa media di 565 euro).
Rispetto all’anno precedente, il numero dei contribuenti è salito dell’8,3 per cento (nel 2017 erano 359.287), l’ammontare dichiarato è cresciuto del 14,8 per cento (nel 2017 si fermò a 191 milioni 538mila euro) e la spesa media è aumentata del 6 per cento.
In 77.369 hanno approfittato delle detrazioni per gli interventi finalizzati al risparmio energetico (contro i 63.660 dell’anno prima). L’incremento è di 13.709 contribuenti. L’ammontare complessivo dichiarato è stato di 39 milioni 560mila euro (contro i 32 milioni 82mila euro dell’anno prima).
Impressiona la crescita di coloro che hanno fruito del «bonus arredi». I contribuenti che effettuano interventi di recupero del patrimonio edilizio possono infatti fruire di un’ulteriore riduzione d’imposta per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A.
Dal 2017 al 2018, il numero dei contribuenti è salito del 29,2 per cento (da 32.142 a 41.522), l’ammontare complessivo del 33,2 per cento (da 9 milioni 221mila euro a 12 milioni 285mila), per una spesa media di 296 euro.
Va ricordato che il Bonus ristrutturazioni 2019 è stato inserito nella Legge di Bilancio numero 145 del 30 dicembre scorso, ma fu introdotto per la prima volta nel giugno del 2012 e prorogato di anno in anno. Per qiest’anno non ci sono particolari novità normative, ma c’è l’obbligo di trasmettere all’Enea la documentazione per usufruire dei vantaggi garantiti dagli sgravi fiscali. L’obbligo, però, riguarda solamente gli interventi di riqualificazione energetica e, dunque, non tutte le altre tipologie di lavori.
Nell’ambito dei lavori di recupero del patrimonio edilizio rientrano anche le spese sostenute per realizzare interventi antisismici, con particolare riguardo all’esecuzione delle opere per la messa in sicurezza statica degli edifici. Si può usufruire di una maggiore detrazione al 70 per cento quando gli interventi determinano il passaggio ad una classe di rischio inferiore e persino all’80 per cento quando si passa a due classi di rischio inferiori.
Anche per gli interventi antisismici effettuati sugli edifici condominiali sono previste detrazioni più elevate che salgono al 75 per cento delle spese sostenute, nel caso di passaggio a una classe di rischio inferiore e all’85 per cento, quando si passa a due classi di rischio inferiori. La detrazione va calcolata su un ammontare delle spese non superiore a 96mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ciascun edificio e va ripartita in 5 quote annuali di pari importo.