L’impianto fotovoltaico della scuola media di via Arno non funziona da 6 anni. Da sei anni non si fa manutenzione nè gara per conferirla, veniva fatta gratis, buttati al vento già 92.000 euro. 

FotovoltaicoCronaca/Galatina/ di p.z.

Galatina – Il fotovoltaico a Galatina, secondo dati ufficiali,  copre circa il 5% del territorio comunale. Come ben sappiamo è stato il frutto di una politica miope ed incontrollata da parte del Governo regionale. Più che dare il via all’attuazione di un progetto per la creazione di fonti energetiche alternative ha dato il via ad un’imprenditorialità speculativa che non si fermato di fronte a nulla ed a nessuno.In qualche caso hanno comprato i silenzi,  in altri hanno imposto la legge del più forte.

E’ stato così che anche a Galatina svariati ettari di terreni, spesso anche di pregiato valore agricolo, son diventati immense distese di specchi luccicanti che solo tra un’altra decina abbondante di anni ci renderà il conto della effettiva portata dei danni prodotti sul territorio.

Qualcuno si è arrichito in questo processo, qualcun’altro, il territorio in modo particolare, si è impoverito. Tra tanta desertificazione ed abbruttimento c’è stato anche qualche nobile e saggio esempio di come il fotovoltaico avrebbe dovuto essere per costituire una effettiva fonte energetica pulita, di risparmio e di rispetto del territorio. Lo stesso esempio è stato purtroppo uno dei pochi che non è stato fatto funzionare grazie a chi negli ultimi 6 anni ha presediuto il Dipartimento dei Lavori Pubblici. In sei anni si sono succeduti due Commissari Prefettizi, e tre assessori ai lavori pubblici: Calabrese, Carrozzini ed ultimo ancora in carica Coccioli.

Nessuno dei tre, dico nessuno, ha preso in considerazione quanto è successo e sta ancora succedendo nella scuola media dell’Istituto Comprensivo Polo 2 di Via Arno. E’ l’unica scuola ad essere dotata di imponente impianto votovoltaico sul suo tetto solare. L’impianto ha funzionato solo due anni su otto.

E’ stato costruito all’incirca nel 2006 dalla ditta Tecnosud Impianti la stessa che per due anni ha curato la manutenzione gratuitamente. Poi ad un tratto, come ormai succede spesso a Galatina, dal settore dei Lavori Pubblici è stato posto un alt alla Tecnosud in quanto si intendeva procedere ad una gara per assegnare l’appalto.

La gara non è stata mai fatta, la Teconosud si era offerta di continuare ad assicurare la manutenzione sino all’epletamento della gara ma la risposta è stata sempre negativa. Risultato finale: l’impianto non ha più funzionato ed alla scuola media di Via Arno paghiamo la bolletta all’Enel del consumo energetico.

Dai dati tecnici dell’impianto che mi sono stati gentilmente forniti da chi lo ha costruito ho sviluppato alcuni calcoli che potranno chiarire meglio la miopia e la negligenza di tutti questi signori che ci hanno governato e continuano a governarci.

L’impianto fotovoltaico è abbastanza consistente. Lo potete vedere, seppur in scala ridotta, nella foto in alto. Consiste di 33 file di pannelli, ogni fila è composta da 6 pannelli per un totale quindi di 198 pannelli. Ogni pannello è costituito da 36 celle che moltiplicate per i 198 pannelli danno un totale di 7.128 celle.

Ogni cella sviluppa 5 watt l’ora che moltiplicate per le 7.198 celle danno, arrotondati in KW, circa 35. L’impianto fotovoltaico della scuola è quindi in grado di produrre circa 35 Kw all’ora. Di questi 35 kw la scuola, nel periodo in cui l’impianto ha funzionato, ne consumava circa 10 ossia circa 1/3 del prodotto, il resto veniva rivenduto all’Enel.

Dove voglio arrivare con questi conteggi? Semplice voglio giungere a descrivere quanti soldi sono stati buttati via in passato e continuano ad essere buttati ancor oggi dall’assessore Coccioli.

Riprendiamo i calcoli e ripartiamo dalla produzione che l’impianto è in grado di fornire e che è di 35 KW ora. All’ora presupponendo una media costante di otto ore solari facciamo 8 x 35= 280 ossia ogni giorno l’impianto può produrre 280 Kw che moltiplicato per 365 giorni ci da 102.200 KW annue.

Delle 102.00 circa un terzo viene consumato dalla scuola per il suo fabbisogno energetico, circa 35.000 che moltiplicato per 25 centesimi (costo medio di un KW fornito dall’ENEL) ci da 8.750 euro risparmiati.

I restanti 2/3 di produzione residua devono per legge essere rivenduti all’ENEL  a 10 centesimi al KW. Pertanto 67.000 per 10 centesimi mi da 6.700 euro, il circa è sempre di obbligo.

L’impianto è quindi in grado di produrre tra risparmio e guadagno complessivemente 15.450 euro di utile per le casse comunali. In sei anni sono stati buttati al vento ben 92.770 euro e, al danno la beffa, ai soldi buttati via fa da contraltare l’energia consumata e pagata all’Enel ossia all’incirca 8.750 euro l’anno che per sei anni fanno 52.500 euro.

Morale: stiamo continuando a pagare la fornitura di energia elettrica per quella scuola all’ENEL con  8.750 euro l’anno mentre potremmo impinguare le casse comunali  tra il non pagato all’ENEL ed il venduto di circa 15.450 euro.  Che ganzi che siamo vero? Il tutto per una manutanzione da fare una volta l’anno e che veniva fatta per giunta gratis.