Si rinnova il ringraziamento dei cittadini di Cutrofiano al Santo che nel 1810 salvo la città dal terremoto
Cronaca/ di Ufficio stampa Comune di Cutrofiano
CUTROFIANO – Una tradizione più che centenaria conservatasi intatta nell’alacre cittadina commerciale e artigiana salentina. Ritorna anche quest’anno al centro della vita della comunità cutrofianese la tradizionale ricorrenza di “Sant’Antoni de le Fòcare”, in ricordo del miracolo con cui il santo di Padova salvò gli abitanti di Cutrofiano dal terremoto del 1810 che, a differenza di quello precedente e devastante del 1743, non fece in paese nessuna vitttima.
Destata in pieno sonno dal sisma, la popolazione si era riversata nelle strade e aveva trascorso la notte all’aperto. A trovare conforto dalla gelida temperatura notturna, i cutrofianesi avevano acceso dei fuochi nelle strade e nelle piazze.
L’unicità della ricorrenza devozionale cutrofianese sta nel fatto che, nel celebrarla il 17 febbraio di ogni anno, la gente usi accendere dei falò in onore di Sant’Antonio da Padova esattamente come un mese prima, il 17 gennaio, in altre cittadine del Salento il popolo accende fuochi in onore di un altro santo di nome Antonio: Sant’Antonio Abate, figura di eremita e asceta del deserto egizio.
In particolare, il 17 febbraio di ogni anno a Cutrofiano ciascun vicinato accende il proprio falò che scalda e illumina ciascun rione del paese in ricordo degli avi afflitti e spaventati dal terremoto i quali, in occasione del drammatico evento sismico, avevano fatto la stessa cosa per alleviare la notte passata al gelo. È così, ancor oggi, Antonio da Padova continua a elargire il suo carisma e a meritare l’affetto dei cutrofianesi grati per quel miracoloso soccorso: una devozione condivisa con migliaia di devoti sparsi in tutto il mondo. Per la verità, Cutrofiano consacra al santo padovano due feste all’anno: la prima, questa, nella stagione invernale, il 17 febbraio; la seconda nella stagione estiva, il 13 giugno.
“Anche quest’anno – ha dichiarato l’assessore alla Cultura, Nicola Masciullo – abbiamo inteso assicurare il nostro sostegno finanziario e organizzativo alla doppia ricorrenza. L’Amministrazione comunale ha manifestato la forte volontà di far sopravvivere questa sentitissima festività che valorizza l’identità religiosa e quella culturale dei nostri concittadini coinvolgendo non solo le varie associazioni, che collaborano attivamente all’organizzazione, ma anche le scuole”. In effetti, la maggioranza guidata dal sindaco Oriele Rolli vuole accendere, insieme ai falò, una specie di faro per tutto il Salento che voglia recuperare le proprie radici. In margine alle “fòcare”, sarà possibile gustare specialità gastronomiche salentine accompagnate dal buon vino locale. Si tratta di pietanze tipiche preparate dalle varie associazioni culturali attive in città. I festeggiamenti culmineranno con l’accensione delle “fòcare” nei vicinati al passaggio del simulacro del santo e con il gran finale della “Fòcara” grande alle ore 20.30 in piazza Municipio, dove ci sarà il concerto di musica popolare salentina degli “Alla Bua”.