Incontro speciale quello avvenuto ieri mattina al Polo 1 che ha coinvolto gli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado. Un grande momento di condivisione e di inclusione che ha visto la partecipazione dei rappresentanti dell’UIC Lecce che hanno fatto vivere una “esperienza” diversa ai nostri ragazzi.
Una mattinata contrassegnata da due momenti.
Il primo a scuola, nella palestra di via Toma. Toccante l’introduzione della dirigente Luisa Cascione che ha sintetizzato in una frase l’essenza del momento: “La diversità, non si vede bene se non col cuore. La bellezza: vedere attraverso gli occhi di qualcun altro”. E queste non sono state solo parole perché gli studenti hanno avuto modo di sperimentare quello che quotidianamente vivono ragazzi non vedenti e in che modo possono riuscire a superare le barriere – fisiche, ma anche mentali, delle persone – mediante l’ausilio dei cani guida.
A ribadirlo Giuseppe Quarta, vicepresidente dell’Unione Ciechi di Lecce che ha spiegato la differenza tra ciechi e ipovedenti. Lui ha raccontato la sua storia. Diventando cieco a 30 anni ha deciso di non vivere dipendendo dagli altri ma di cavarsela da solo, svelando alcuni “trucchi” per riuscire a muoversi autonomamente. Ha descritto quello che il territorio offre per aiutarli come i pavimenti tattili in prossimità degli incroci e l’attraversamento pedonale tattile, invitando tutti a non rovinare questi strumenti vista l’importanza che rivestono per i non vedenti. Ma, non solo vita quotidiana, anche sport. Quarta è presidente-giocatore della squadra del calcio a 5 per i non vedenti Ascus Lecce ed ha spiegato come si sviluppa il giorno in campo, la stretta collaborazione tra i quattro giocatori non vedenti ed il giocatore vedente in campo, oltre a due altri giocatori fuori dal campo e dietro la porta che danno indicazioni. Il valore dello sport che aiuta a vivere “normalmente” con una squadra che oggi gioca in coppa Italia vestendo la maglia del Lecce.
Antonella Bray, responsabile cani guida dell’UIC sezione di Lecce, accompagnata dal figlio Alessio e dal cane Thor, ha spiegato il ruolo del cane guida per la vita di un non vedente. Un addestramento per i cani che dura sei mesi. Un abbinamento con la persona che dipende dalla compatibilità di carattere tra i due e poi una settimana di affiatamento per poter andare in giro per la città autonomamente. La Bray ha poi sottolineato l’importanza degli incontri nelle scuole per sensibilizzare l’attenzione verso il tema che ancora soffre di molta discriminazione. Da qui alcune semplici regole e modi di comportamento da adottare, come ad esempio quella di non dare mai cibo ai cani guida perché potrebbero essere intolleranti. Altro aspetto riguarda i rumori: i cani si potrebbero spaventare con rumori forti, anche se oggi un pericolo è costituito anche dalle auto elettriche che non fanno rumore. E poi alcuni modi di comportarsi quando si incontra un non vedente, come presentarsi e non stare in silenzio. La voce è importantissima e il non vedente impara a riconoscerla. In conclusione la Bray ha sottolineato l’importanza dello sport, la loro esperienza in barca a vela, e ha illustrato alcune app che aiutano a vivere meglio, e comunicare, come quelle per scrivere messaggi di testo.
Alla conclusione del momento che ha coinvolto i ragazzi la dirigente Cascione ha voluto ringraziare i due relatori che “ci hanno insegnato ad amare la vita”, ricordando agli studenti che non ci sono difficoltà che non possono essere superate se c’è la volontà e il coraggio, e che bisogna sempre avere una visione allargata perché “tutti hanno diritto di brillare nella vita”. Un piccolo gesto ma dal grande significato la consegna di un dono personalizzato con testo in braille.
Il secondo momento della giornata è stata una passeggiata esperienziale per la città verso la chiesa dei SS Pietro e Paolo e la basilica di Santa Caterina. Oltre agli studenti di secondaria si sono aggiunte le classi quarte della primaria di Galatina e Collemeto.
Alla presenza del sindaco Fabio Vergine, del suo predecessore Marcello Amante, dell’assessore alle politiche sociali Camilla Palombini, della presidente della commissione alle pari opportunità Elvira Lichetta, del garante delle persone con disabilità Pierangelo Muci, del parrocco della chiesa matrice don Lucio Greco e di Santa Caterina fra’ Rocco Cagnazzo.
Le docenti referenti per l’inclusione del Polo 1 Monia Rossetti e Myriam Guarnieri hanno spiegato l’importanza dei pannelli in braille posizionati all’ingresso delle due chiese della città, realizzati col contributo dell’amministrazione Amante, dell’allora dirigente del Polo 1 Anna Antonica e della professoressa Elisabetta De Giorgi per l’elaborazione grafica. Il già sindaco Amante ha voluto sottolineare che non ci sono meriti quando le idee sono buone e degne di essere accolte. Il sindaco Vergine ha ringraziato il suo predecessore per aver finanziato il progetto e si è dimostrato pronto a proseguirlo continuando sulla stessa linea. L’assessore Palombini ha ribadito quanto i pannelli contribuiscano a rendere il territorio veramente inclusivo.
Dopo l’illustrazione delle due chiese da parte di tre studentesse (Chiara, Siria e Teodora), gli interventi di Bray che ha evidenziato la continuità di visione tra due dirigenti e due amministratori, Quarta che ha sottolineato come sia importante dare a tutti la possibilità di fruire dell’arte, Muci che ha evidenziato quanto la città di Galatina stia facendo per favorire l’inclusione sociale e Licchetta che ha invitato alla partecipazione a dei tavoli di concertazione per fare in modo che la città sia realmente fruibile da tutti.
Un saluto dai due parroci davvero contenti per l’iniziativa e per aver visto la chiesa piena di ragazzi, ribadendo quanto sia importante conoscere la storia delle chiese della città.
I saluti finali affidati alla dirigente Luisa Cascione che ha ringraziato tutti per la presenza e l’esperienza vissuta, che certamente tutti gli studenti ricorderanno e che metteranno pratica incontrando nella loro vita persone non vedenti, conoscendo un pò di più le loro esigenze, praticando una vera inclusione.