Di proroga in proroga il concordato preventivo promesso dall’azienda non è mai giunto in Tribunale.

super2Cronaca/ di p.z.

Galatina – Siamo ormai agli sgoccioli, qualcuno direbbe all'”ammazza caffè” visto che ad essere ammazzata, nel senso che sarà dichiarata fallita, sarà la Centro Salento Ambiente.

Qualcuno ci ha giocato troppo, e forse anche in maniera poco trasparente e poco ortodossa. Qualcuno può ancora esserci ad avere interesse ad una inversione di rotta ma si tratta di quella frangia che può fare ben poco o nulla. Possiamo però dire con certezza che anche quella frangia ha contribuito notevolmente con le proprie vigorose sportellate a dare una piega all’intera vicenda.

Non stiamo parlando, naturalmente, degli ex operatori ecologici della C.S.A.

In ogni caso il 22 dicembre 2017 il Tribunale di Lecce riunito in camera di consiglio, presieduto dal dott. Alessandro Silvestrini, ha fissato per il 23 gennaio l’udienza collegiale al fine di valutare la procedibilità della domanda di concordato o in subordine procedere alla declaratoria di fallimento della stessa.

Giunge all’epilogo una vicenda che si trascina da oltre un anno. Non aveva chiuso bene il rapporto di lavoro con i propri ex dipendenti la C.S.A. Circa 900.000 euro, che costituivano il trattamento di fine rapporto dei lavoratori, non era stato corrisposto.

Falliti i primi tentativi di composizione bonaria i lavoratori son passati alle carte bollate ed alle aule del Tribunale. Dopo l’ingiunzione di pagamento fatta da quest’ultimo, anch’essa fallita, i lavoratori hanno chiesto il fallimento della Società.

In un secondo momento all’istanza di fallimento si sono uniti anche tutto il resto degli altri lavoratori. Accogliendo, ancora una volta, un invito del Giudice a procedere ad un tentativo di composizione bonaria della vicenda, la C.S.A. ha giocato la sua ultima carta a disposizione chiedendo unilateralmente, nel luglio del 2017, un tempo ulteriore al fine di poter preparare e presentare una bozza di concordato preventivo.

La domanda venne accolta ed alla C.S.A. venne concessa un’ulteriore proroga. Avrebbe avuto tempo per la presentazione della documentazione sino al 19 ottobre 2017.

Il brodo è stato poi diluito ancor di più da parte del Tribunale perché giunto il 18 ottobre i termini sono slittati ancora una volta al 18 dicembre 2017. In quest’ultimo lasso di tempo il Comune di Galatina (socio di maggioranza) convoca un’assemblea degli azionisti con all’ordine del giorno l’approvazione di una transazione che prevedeva un versamento a favore della propria controllata, di circa 550.ooo euro;  la nomina di un Revisore dei Conti unico e le dimissioni del dott. Villani dal suo incarico di Liquidatore della Società. Ognuno aveva, insomma, disposto le proprie tessere all’interno del mosaico per la sua composizione finale. Pennellate d’autore, le definì qualcuno.

L’assemblea, però, finì in burrasca. Avevano fatto i conti senza l’oste. Nello specifico l’oste era rappresentato dalla consistenza delle parcelle di alcuni professionisti dalla stessa C.S.A. a suo tempo scelti per usufruire dei loro servizi e della loro consulenza senza sapere o stabilire anticipatamente quale sarebbe stato il costo del vino.

Naturalmente, saltata la transazione è saltato tutto per cui anche il 18 dicembre 2017, ancora una volta, non è stato presentato alcun progetto di concordato per cui ritenendo che il termine non è ulteriormente prorogabile il Tribunale di Lecce , riunito in camera di consiglio, ha fissato l’udienza collegiale per il 23 gennaio 2018.

Da quanto è dato di sapere, da indiscrezioni trapelate dal settore dei lavoratori, in quell’occasione non ci sarà spazio per nessun manovra. Qualsiasi proposta, qualora ci fosse, da parte della C.S.A. sarà respinta e per il Tribunale l’unica via percorribile sarà quella di decretare il fallimento della CSA.