Il Sedile

Il ballo delle incertezze

Succede, può succedere di tutto nella fiera delle vanità.

Rubriche/ Opinioni/ di Piero D’Errico

Galatina – Torno con rammarico e con profonda tristezza su un argomento che secondo me, è alla base della perdita di credibilità e allontanamento dalla politica, quando non determina la vittoria allarmante e schiacciante del “Movimento”, che almeno sino ad ora s’è dimostrato estraneo ad una così scandalosa “pratica”. Torno a parlare di “incertezze”.

Delle incertezze che ti prendono dopo il voto, quando ti accorgi che hai perso e cominci a guardarti intorno alla ricerca di qualche collegamento, di qualche combinazione per rimetterti nel gioco del potere.

E senti, man mano che passano i giorni che la “sconfitta” ti è estranea, la sconfitta non ti fa bella/o.

Parlo delle incertezze che colpiscono gli “eletti” in un qualsivoglia contesto istituzionale, all’indomani del voto. Lo faccio partendo da considerazioni generali senza alcun riferimento a fatti o persone che comunque non faranno fatica a riconoscersi a Galatina, come a Lecce, come ovunque.

Succede di chiedere il consenso in funzione di certe posizioni politiche e poi si finisce per sposare altre, altre completamente diverse, opposte, altre che hai combattuto o comunque non condiviso. La pratica più diffusa è il “trasformismo in entrata” che porta verso il potere, molto meno diffuso il trasformismo che viaggia all’incontrario.

Succede di rinunciare allegramente, senza vergogna, al ruolo per cui si è eletti, magari prima risultando assenti, poi quasi per miracolo c’è sempre un motivo da dare in pasto all’elettore, generalmente un motivo nobile a cui neanche loro crederanno mai.

Lo faranno nell’interesse del Paese, per le sue urgenze, per le se priorità, il suo bene, mascherando ovvio le motivazioni politiche reali che forse conosceranno solo i contraenti. Penso che la politica dovrebbe farsi carico del problema e darsi un codice di comportamento, un’etica, impegnarsi a esercitare il ruolo che il risultato politico ha dato, senza percorsi diversi che dovrebbero avere un nuovo passaggio elettorale.

Il voto ricevuto va rispettato sempre e comunque, nel rispetto dell’elettore che lo ha espresso, nel caso contrario è “trasformismo”. Una malattia politica diffusa e contagiosa, la malattia dei nostri tempi che uccide la politica che io amo. Un’ attrazione fatale verso un “interesse politico” non verso “un’idea politica”.

Ma forse non c’è bisogno di usare “paroloni”, forse non ne vale la pena, forse sono parole sprecate. In fondo sono soltanto “incertezze”. E chi non ne ha avute ? Sono soltanto incertezze che ti prendono per mano e ti trascinano in una danza dal ritmo imprevedibile e sfrenato, ti trascinano nel :

BALLO DELLE INCERTEZZE.

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