«Quando la toppa è peggio del buco. Il Consorzio unico di bonifica Centro Sud Puglia, entrato in funzione a gennaio scorso, in questi dieci mesi ha fatto peggio dei 4 consorzi dell’area salentina e barese commissariati e soppressi. L’accorpamento – come avevamo ampiamente previsto – non solo non ha risolto i problemi gestionali ma li ha acuiti, per ragioni che abbiamo spiegato oggi in conferenza stampa.

Punto primo: il personale. Appena 110 dipendenti a tempo indeterminato a cui si aggiungono 150 stagionali, a fronte di un fabbisogno in pianta stabile di 278 unità. Concorsi pubblici espletati, con graduatorie pubblicate solo per la provincia di Lecce e sole 5 assunzioni, mentre gli altri vincitori restano in attesa…
La conseguenza è la paralisi del Consorzio, che non riesce a far fronte neppure all’attività ordinaria. Canali ostruiti e non ripuliti, territorio agricolo trascurato, servizi non resi o mal resi. Ma le cartelle per il pagamento del famigerato tributo 630 continuano ad arrivare, suscitando rabbia e proteste che comprendiamo e condividiamo, e che sfociano in contenziosi spesso vinti dai ricorrenti.
E qui si apre un altro capitolo della mala gestio dell’ente: le spese legali fuori controllo. “Il Consorzio è diventato un bancomat per gli avvocati, per cause perse in partenza a cui però ci si appella, come quelle di almeno 30 dipendenti dell’ex Consorzio Terre d’Apulia, a cui in primo grado è stato riconosciuto il diritto a ricevere gli arretrati non pagati degli adeguamenti contrattuali, calcolati arbitrariamente dal Consorzio al 10-12% anziché al 15% come da normativa regionale. Ci sono poi incarichi affidati senza evidenza pubblica, come quello per 52mila euro più spese e benefit ad un’avvocata campana, guarda caso concittadina del capo dipartimento Agricoltura della Regione.
Intanto, a fronte di tutte queste spese, non si riesce a dare attuazione all’articolo 97 comma 1 del Bilancio della Regione 2024 che prevede l’acquisizione a costo zero del compendio immobiliare dell’ex Consorzio di bonifica di Ugento al patrimonio dell’Asl Lecce, per il potenziamento dell’assistenza territoriale. Dopo ben undici mesi dall’approvazione del bilancio, non risulta neppure affidato l’incarico all’Agenzia del Territorio. così come previsto dall’articolo di legge.
Ma la domanda più importante riguarda il futuro di questo Consorzio, su cui gravano 160 milioni di debiti. Qual è il piano della Regione per risanarli? L’assessore all’agricoltura e il commissario straordinario Ferraro (peraltro in conflitto d’interesse essendo al tempo stesso direttore Arif) hanno annunciato un progetto di risanamento in dieci anni, che richiederà una modifica della legge regionale che ha istituito il Consorzio Centro Sud Puglia, ma aspettiamo di vedere questo progetto. Un dato è certo: la responsabilità di questa mala gestio, che si trascina da troppo tempo con stanziamenti di milioni ogni anno da parte della Regione, risucchiati dalle spese di funzionamento senza mai interventi di risanamento, è imputabile solo e soltanto al centrosinistra che amministra la Puglia da vent’anni».