“Ci sono cose che ti sembrano lontane, finite da secoli, dimenticate… invece no”
Cominciò così tra quei pezzi di marmellata di mele che lei adorava e che non ebbi mai il coraggio di dirle: “sono finiti”.
Mia madre per accontentarmi ne faceva una infinità. Li incartava in “carta oleata” per non farli incollare.
Era una di quelle storie che nascono sui banchi di scuola, che durano l’intero anno scolastico o quasi.
Quelle storie di sguardi e passeggiate, di canzoni, di musica e risate.
Poi l’età fece il resto, per colpa di uno sguardo, per colpa di un sospetto,
qualcosa di non detto,
per quei “bischeri” miei amici ed il calcetto.
Per giorni aspettammo entrambi quella chiamata che nessuno fece.
La stupidità prese il sopravvento,
ci perdemmo di vista in breve tempo.
La vita riprese la sua corsa,
a volte bella, a volte folle e a volte avversa.
Ma un giorno quando ormai il tempo aveva cancellato ogni traccia, lei veniva lentamente di fronte ed io rallentai, mi fermai, l’aspettai.
Ricordammo fatti e momenti,
di scuola e di serate divertenti.
Mi raccontò dei figli e di progetti,
di viaggi, di passioni e tanti affetti.
Rideva e raccontava la giornata,
era felice, era serena, era amata.
Si leggeva nei suoi occhi, “innamorata”.
Anch’io raccontai un po’ di me,
di lavoro, mio figlio e non so che,
mi colpì quel suo sguardo luminoso,
quei suoi occhi, quel suo fare gioioso.
Era felice, dolce e innamorata,
ed io che “fesso” pensavo disperata.
Che strano mi venne un po’ di gelosia
e nei ricordi provai un po’ di nostalgia.
Fui assalito da una strana sensazione,
forse rabbia mista a un po’ di commozione.
Una strana e immotivata gelosia
chiusa in libri o dentro un verso o una poesia.
Insomma fu come se la sua felicità mi desse fastidio, non riuscivo a frenare quella specie di egoismo che non mi faceva essere felice per la sua felicità.
Era rimasto in me un qualcosa che lei invece non aveva più, s’era risvegliato un qualcosa in me che non immaginavo, né pensavo di avere.
Una sensazione strana come se senza me non avrebbe potuto essere felice,
come dispiaciuto dal fatto che quella felicità non mi comprendeva.
Ci sono cose che ti sembrano lontane, finite da secoli, dimenticate.
E invece no, arriva un giorno e ti accorgi che vivono ancora, sono solo nascoste, sembrano dormire, ma a volte si svegliano, basta un leggero fruscio del cuore,
si svegliano per il rumore, forse per errore o forse per amore.