Il Sedile

Il G7 della disabilità ad Assisi sarà un incontro storico.

Rubriche/di Prof. Luigi Mangia

La disabilità è un grande problema sociale la cui soluzione spetta alla politica. I grandi della terra ad Ottobre ad Assisi si incontrano per condividere l’impegno di promuovere politiche sociali per costruire una società inclusiva.

Nella dichiarazione del G7 si legge che: tutti gli individui hanno gli stessi diritti alla piena ed effettiva partecipazione alla vita sociale, culturale, educativa, economica e civile. I grandi della terra dichiarano di volersi impegnare per promuovere i talenti, le capacità di tutte le persone per rendere le comunità più forti, coese e inclusive.

I grandi del G7 dichiarano di volere integrare ulteriormente i diritti delle persone con disabilità in tutte le agende politiche e, a tal fine, di accogliere con favore la prima riunione dei ministri dell’inclusione e della disabilità del G7.

Sono queste dichiarazioni che fanno ben sperare perchè oltre a mettere in evidenza la promozione e l’inclusione sociale delle persone disabili, abbattono tutte le barriere che rendono difficile e faticosa la vita ai disabili.
Spiace però che spesso la disabilità diventa una manifestazione di vetrina, di comunicazione di buone parole senza però avere la convinzione e la determinazione di costruire una società veramente inclusiva.

Il documento “linee guida politiche per la prossima commissione europea per il periodo 2024-2029 della presidente Ursula Von Der Leyne” non menziona chiaramente né le persone con disabilità, né la questione cruciale dell’accessibilità, suscitando l’impressione che i diritti di oltre 100 milioni di cittadini europei con disabilità non siano stati efficacemente inquadrati nel suo programma.

Siamo consapevoli del momento difficile che l’Europa sta attraversando, siamo consapevoli anche delle difficoltà e in particolare dell’avanzamento delle destre che portano indietro le grandi conquiste sociali che proprio la cultura europea ha promosso e ha assecondato. Ci chiediamo se l’Europa sarà davvero inclusiva?

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