Rubriche/Opinioni/di Veronica Romano
Perderanno, inevitabilmente entrambi, parte della propria identità e solo per
compiacere all’altro, troveranno le parole buone ma non giuste per descrivere
eventuali ripensamenti, eventuali marce indietro.
Troveranno un’intesa sul “sistema proporzionale” archiviando frettolosamente
il maggioritario.
Il Movimento avrà la riduzione del numero dei parlamentari, che il PD non
ha mai votato, e il PD avrà il piacere di ripensare una nuova legge elettorale
in senso proporzionale.
Si era persino stancato di dire “MAI CON I 5 STELLE”, c’eravamo stancati
di sentire “MAI COL PARTITO DI BIBBIANO” alzando un solco profondo
con queste frasi, nei loro rispettivi elettorati, solco che tale è rimasto non
avendo gli stessi le stesse motivazioni e giustificazioni che invece hanno loro,
raffigurabili in graditi e comodi privilegi.
Uno dirà che ha fatto la “grondaia di Genova”, l’altro correrà a rettificare che
quella fatta non è quella inizialmente progettata, ma quella che in funzione di
una attenta analisi costi-benefici, fa bene al Paese.
E così sulle grandi opere, uno griderà vittoria, l’altro pure, in una girandola di
dichiarazioni concordate che non faranno male al Governo e in un valzer
sconcertante di “post” che avranno molti like e molto senso del ridicolo.
E nella naturalezza delle cose ognuno cercherà di “crescere” distinguendosi
anche un po’ da quel che dice l’altro, lasciando ogni volta per strada, frange
del loro elettorato e della loro identità.
La giusta paura di Salvini li unirà, mentre da una parte, nella speranza di
essere creduti, si griderà al pericolo del “fascismo” dall’altra, nella speranza
di essere creduti, si griderà alla “invasione del nero”.
Fosse per loro, ( PD, 5 Stelle, LEU ) vorrebbero veder Renzi sprofondare,
invece tutti buoni, non possono mettere a rischio la tenuta del Governo
tenuto in piedi dai voti determinanti di Renzi.
Tutto quindi è coperto da un velo di ipocrisia, e quel velo di ipocrisia è
tenuto ben nascosto sotto il tappeto.
Siamo involontariamente scivolati nella prima repubblica, siamo scivolati
in una sorta di pentapartito.
Siamo passati dal “patto del caminetto” al “patto della merendina”.
Ed è già un successo.