Quale novità è la gestione selvaggia del “nepotismo e delle clientele”?
Per un po’, mi son lasciata dondolare dal “piacere del dubbio”, sperando che il mio “dubbio” non fosse fondato, sperando di sbagliarmi.
Pronta a riconoscere l’inconcludenza dei miei “cattivi pensieri”.
Niente di più facile che il popolo votante, nella passate amministrative, fosse riuscito a meglio comprendere quello che io stranamente non avvertivo, non comprendevo.
Ossia quello che era, per loro definizione, “nuovo”.
Ho aspettato arrivassero segnali di “cambiamento e novità” che mi potessero stupire o anche solo sorprendere.
O addirittura stupirmi della mia “stupidità” nell’aver avuto quel “dubbio”.
Quei segnali non sono tardati ad arrivare, non sono tardati a confermare ogni mio “ragionevole dubbio”.
Non ho visto, né riscontrato alcun cambiamento, nessuna differenza su quello che in questa città, sempre loro, predicavano.
Quale novità è la gestione selvaggia del “nepotismo e delle clientele”?
Mentre tutt’intorno c’è una opposizione che non si sa da dove comincia e non si sa sin dove arriva e che descrive chiaramente come la politica non dovrebbe essere. Un’opposizione formata da pochi consiglieri (2 ?), altri eletti per fare qualcosa, fanno altro, giocando ruoli differenti da quelli per cui sono stati eletti e avvolti troppo spesso in un soporifero e interessato silenzio.
Nessun distinguo nella maggioranza, su cose palesemente “viziate” ed è forse questa la cosa peggiore.
L’incapacità di avere un giustificato “distinguo”, una voce diversa, senza che ciò significasse necessario disimpegno dalla maggioranza stessa.
L’incapacità di avere un pur minimo ragionevole dubbio su come si amministra.
Finisce così questa città imperfetta, maltrattata e violentata a turno dai governanti che si sono succeduti e a cui i suoi cittadini hanno allegramente affidato il consenso.
Hanno affidato il consenso nella felice consapevolezza e altrettanto felice certezza che la città venisse “distrutta”.
La maggioranza dei votanti, ha espresso con il proprio voto un desiderio.
Quel desiderio forte di “abbattere la città”.
Quel desiderio che si sta coerentemente eseguendo, quel desiderio che si sta correttamente eseguendo.
“Al di là di ogni ragionevole dubbio”.