Lettere/di Enzo Del Coco
Se Galatina è finalmente, oggi, all’attenzione dei media e può spendere i suoi “tesori” alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, sul New York Times o nei vari spot e programmi televisivi, lo deve agli Orsini del Balzo e a Maria D’Enghien, a Gaetano Martinez e ad ogni altro personaggio illustre della nostra cultura come lo è, senza alcun dubbio, Andrea Ascalone. La storia. Che in quanto tale va riconosciuta e rispettata con estrema GRATITUDINE.
Prima che il tasso glicemico superi la soglia massima o che la crema dell’amato “Pasticciotto di Galatina” vada a male, ricordiamo al Sindaco Marcello Amante che Andrea Ascalone (che stupì anche il Premio Nobel per la letteratura Josè Saramago) è sempre lì in piedi ad osservare, ad aspettare… e sentiamo il dovere di suggerire, (purtroppo) per il terzo anno consecutivo, che sarebbe opportuno, entro la fine del mandato, convocare apposita Commissione e proporre l’assegnazione del “Premio Città di Galatina – Beniamino De Maria – 2020” al compianto Maestro, orgoglio galatinese e “artigiano di cultura”, come amava definirlo Mario Capanna. Siamo convinti che incidere il suo nome sul marmo bianco collocato nell’atrio di Palazzo Orsini equivale a riconoscere il giusto tributo ad un uomo che con coerenza, dedizione al lavoro fatto anche di sacrificio e rispetto per la tradizione, ha contribuito a far conoscere la nostra “amata” in quasi tutto il mondo.
Galatina è una città dall’indiscussa tradizione dolciaria, che nella competizione spaventa gli altri Comuni e se oggi può fregiarsi di essere “Città del Pasticciotto”, lo deve certamente a tutti i nostri eccellenti artigiani del dolce, ma ancor prima ad una famiglia che ne ha incarnato la storia. Se è vero dunque che l’Amministrazione Amante ha il merito di aver ottenuto questo importante titolo, bisogna avere altrettanta onestà intellettuale nel riconoscere le radici sulle quali si fonda.
Nel 2015, all’indomani della scomparsa di Andrea, Il Consiglio Comunale gli rese omaggio con un minuto di silenzio, ma non può consumarsi in un tempo così breve il tributo ad una figura importante per una comunità. Si può e si deve fare di più, bisogna riconoscere definitivamente quella storia, mista a leggenda, su cui il marchio “Città del Pasticciotto” inconfutabilmente si fonda.
Ci permettiamo anche di sottolineare che la storia è fatta di date e che se quella del Pasticciotto risale al lontano 1745 (così come sostenuto dalla stessa famiglia) sarebbe opportuno, nell’ottica di una comunicazione efficace e di una conseguente conoscenza, che venisse indicata sui cartelli stradali color marrone dedicati al turista così come su ogni altro mezzo identificativo del prodotto, come potrebbe essere ad esempio apposita targa da esporre all’ingresso delle pasticcerie. Resto in attesa di un cordiale riscontro