Il Sedile

Il protocollo Fipav stacca la spina alla pallavolo

Sport/Volley/di SBV Galatina

Almeno in questa prima stesura le disposizioni “federalighigliottinano” la pallavolo.

Sulla scorta delle linee guida elaborate dall’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il supporto del CONI e delle Federazioni Sportive Nazionali, il presidente Cattaneo, suo malgrado, ha costretto le società di volley ad intraprendereun percorso minato.

Vero è che non poteva fare altrimenti, dovendo ottemperare ai disposti del DPCM del 17 maggio in materia di previdenza e sicurezza sociale, ma una versionepiù attenuata poteva essere proposta all’Ufficio per lo Sport per limare alcuni aspetti.

La condivisione della neo figura del Covid Manager e delle sue incombenze in seno alle società è un ottimo spunto di partenza; così come lo è la modalità di gestione degli spazi comuni all’interno degli impianti, la loro pulizia e sanificazione che ben si adattano alla prevenzione della trasmissione dell’infezione dal virus.

Ma costringere gli atleti ad indossare la mascherina anche durante l’allenamento, seppur individuale, impedendo l’esecuzione di esercizi di gioco, sia tecnici che competitivi (come il 6vs6, il 5vs5, il 4vs4 e via dicendo), è veramente innaturale per il volley.

La concessione di eseguire esercizi analitici e sintetici nel rispetto del distanziamento sociale è una forma perversa di distorsione di uno sport che snatura gli schemi tecnici, riducendo la seduta di allenamento ad una didattica di base per l’avviamento alla pallavolo.

La dissonanza con i protocolli di altre discipline, passati anch’essi sotto la revisione dell’Ufficio dello Sport, è quanto mai sconcertante in una comparazione di modalità di allenamento.

Si pensi al rugby:l’organismo del governo mondiale, il World Rugby, ha approvato un decalogo di regole sperimentali relative a mischia, attrezzatura, o ad altre situazioni in cui i giocatori si trovano a contatto per contendersi il pallone a terra.

Ebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità,confermando che il rischio diventa alto con 15 minuti cumulativi di vicinanza ad un infetto, ha proposto la riduzione dei minuti per ogni tipologia di fondamentale per abbattere la possibilitàdel contagio.

E stiamo parlando di una disciplinache, in un fondamentale come il pacchetto di mischia, vede formarsi due schieramenti contrapposti formati da otto giocatori per squadra con contatto spalla a spalla.

Ora in uno sport non di contatto come il volley, dove i momenti in cui gli atleti si accostano per eseguire il muro o compiere un salvataggio con intervento simultaneo sono condensati in frazioni di secondi (da 1,5 a 2,5 s.), sembra veramente poco realistica una ripartenza della pallavolo con le limitazioni imposte.

L’augurio è che le indicazioni del protocollo Fipavvengano modificate in parallelo ad un auspicato appiattimento della curva epidemica. La stessa federazione infattiha aperto a tutte le societàla disponibilità a ricevere suggerimenti e considerazioni al fine di migliorare il documento, laddove possibile.

Naturalmente rimarranno fermi i requisiti su cui è incardinato il protocollo nei suoi principi fondamentali: la tutela della salute di tutti i suoi tesserati e la tutela dei rappresentati legali delle società.

Un’altra problematicalegata alle lungaggini burocratiche,riguarda l’annosa questione dell’uso in concessione delle palestre scolastiche alle società, che l’epidemia in atto contribuirà ad acuire.

Nel rammentare che l’attività di tutte le associazioni pallavolistiche che fanno reclutamento e formazione di base si sviluppa al 95% in impianti scolastici, sarebbe opportuno che Ministero dello Sport e MIUR si attivassero fin da ora, su sollecitazione del CONI, per un’incondizionata concessioneda parte dei dirigenti scolastici all’utilizzo delle palestre.

Il compito per superare le riottosità di quest’ultimi(per fortuna non tutti allineati),dovrebbe essere dato ai titolari di assets, provincia e comune, includendo nelle operazioni di sanificazione di tutto il fabbricato scolastico anche le palestre.

E’ un augurio alla ripartenza sportiva, alla vita sociale e all’estirpazione del virus.

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