Il Sedile

Il Renzi che verrà

Rubriche/ Opinioni/ di Piero D’Errico

Il PD, smetta di piangersi addosso, prenda fiato e coraggio, e rilanci l’azione politica nazionale ed europea.

C’è stata una sconfitta, e allora !!! Che vuol dire, i suoi voti non si sono persi, sono soltanto prestati nello stesso modo in cui loro riuscivano ad intercettarli, quando, da forza di opposizione raccontavano la storia di “un mondo migliore” che non si è mai visto, ma in cui la gente sperava.

E’ stato solo un avvertimento del suo elettorato, un segnale che il suo elettorato ha voluto inviare. Troppo diverso il militante del PD dal militante “5 stelle”.

Il primo è cresciuto in sezione, l’altro “ on the Web” a contare like, a condividere in massa comunicati e comunicazioni. Nessuno può obbligare il PD a fare un Governo in cui non ci crede, in cui ci credono solo quelli pronti a fare i Ministri di ogni e qualsiasi cosa.

Ha però i dovere di provarci di far vedere che almeno ci prova. Si urla la “necessità e l’urgenza” di trovare una maggioranza anche raccogliticcia in nome della solita “necessità e urgenza”, le cose cioè che ogni maggioranza, ogni Governo usa per rimandare, rinviare, spostare senza peraltro risolvere quelle “necessità e quelle urgenze” che usano per giustificare ogni cosa.

Il PD prenda coraggio, ricominci a parlare chiaro a cominciare dalla nostra città, la smetta di voler piacere a tutti. Non si può.

E’ l’unico partito con una quantità e qualità infinita di eletti o militanti, mediamente giovani, a cominciare da Matteo Renzi, che sanno veramente fare politica.

Esca dall’angolo ci faccia sentire qualcosa di suo, ma soprattutto si tiri fuori da ogni forma di populismo e qualunquismo che ha colpito un po’ tutti e che ha fatto presa in un momento di grande difficoltà economica e di grande speranza di cambiamento.

La smetta di inseguire Casini, la smetta di salvare le banche fallite, parli dei tanti problemi della gente. Il PD scopra le sue carte e scopra le carte degli altri, descriva la rapidità con cui “altri” sono pronti a cambiare idee, sostituire programmi, invertire priorità, rinnegare evidenze.

Quella rapidità di trasformarsi, tipica delle forze politiche che quegli “altri” hanno prima combattuto e che l’elettorato li ha per questo premiati.

Il giovane DI MAIO, sotto il peso di aspettative impossibili, travolto da sentimenti non corrisposti, rischia di fare la fine di RENZI. Il populismo può portare ad una facile vittoria e preparare velocemente una altrettanto facile sconfitta.

Il presidente della camera da parte sua, vada in bici, col treno, con l’autobus con che vuole, ma ci risparmi quello spettacolo penoso, ci risparmi quello spettacolo indecoroso.

Una catena umana intorno a proteggerlo e lui che sparge sorrisi e strette di mano. Il Renzi che verrà sarà diverso.

Avrà capito, avrà imparato, sarà migliore, sarà di sinistra.

Finalmente.

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