Rubriche/Opinioni/di Piero D’Errico
“Sono stanco e voglio essere libero di scegliere il mio fine vita”.
Chi parla è “Mario” paralizzato dalla spalla ai piedi da 11 anni a causa di un incidente stradale.
Ha chiesto da oltre un anno all’ azienda ospedaliera locale, che fossero verificate le sue condizioni di salute per poter accedere legalmente in Italia, ad un farmaco letale per porre fine alla sua vita.
Manca solo un ultimo passaggio e poi è fatta.
La materia è profondamente controversa e divisiva, oltre a porre interrogativi su ciò che viene definito “ la legittimazione del suicidio” o addirittura “l’ aiuto al suicidio”.
Io non ho la risposta definitiva su ciò che si definisce diritto alla vita né su ciò che si definisce diritto alla morte, ma di una cosa sono certo, rispetterò ogni sua decisione senza giudicare qualunque essa sia.
Va così la vita, a volte crediamo di “essere noi stessi” la cosa più importante che abbiamo, la cosa da salvare, e a volte no, a volte l’essere ancora vivi diventa un peso per noi stessi.
A volte il dolore può diventare così insopportabile da preferire la morte, da preferire di morire, SOGNARE DI MORIRE.
Non ho in merito risposte definitive, ma se anche non la pensassi come lui, gli ingredienti di valutazione in mio possesso sarebbero di gran lunga diversi dai suoi e per me sarebbe facile non condividere.
Si dice che sarebbe felice di lasciare questo mondo, si dice anche che non vede l’ora e che la morte è il più bel sogno della sua vita.
Dovrà decidere tutto da solo, dovrà dare il via, scegliere l’ attimo e poi bere qualcosa o spingere un pulsante che attiverà l’ingresso di una sostanza letale nelle sue vene.
Si addormenterà in un sonno profondo e da quel sonno profondo non si sveglierà mai più.
Però, sarà felice, avrà il sorriso sulle labbra per aver realizzato finalente il suo sogno: il sogno di morire.
Ciao Mario, decida lei, io non posso far altro a questo punto, che augurarle di veder realizzato il suo sogno quanto prima e quando arriverà quel momento essere felice insieme a lei.
Potrà raccontare di aver vinto la “battaglia della sua vita” e che nulla sarà più come prima.
Ciao Mario, un fortissimo abbraccio e fai …. buon viaggio.