Cronaca/FP CGL
Precariato, miglioramento della macchina giudiziaria, rinnovo del contratto collettivo. La Funzione Pubblica Cgil Lecce, nella giornata inaugurale dell’anno giudiziario, in programma domani, esprimerà la propria posizione sia dal podio, da dove parleranno i suoi rappresentanti, sia all’esterno della Corte d’Appello, in viale De Pietro.
A partire dalle 10 davanti ai cancelli del palazzo di giustizia è in programma un sit-in per rivendicare interventi pesanti per migliorare la macchina della giustizia.
L’Ufficio del processo. Le attenzioni del sindacato si concentrano in particolare sui precari della Corte d’Appello e del Tribunale (tra funzionari addetti all’Ufficio per il Processo, al data entry e tecnici specializzati assunti col Pnrr): parliamo di circa 230 lavoratrici e lavoratori precari su un totale di 520, che lavorano a stretto contatto, quindi, con altri 290 dipendenti a tempo indeterminato.
“Questi lavoratori offrono da tre anni un contributo decisivo al miglioramento della macchina giudiziaria: non è possibile immaginare di disperdere questo patrimonio di competenze”, spiega Giovanni Cagnazzo, coordinatore Giustizia della Fp Cgil Lecce. In Italia sono oltre dodicimila i precari tra i funzionari addetti all’Ufficio per il Processo, tecnici specializzati in diverse qualifiche e operatori data entry. Uomini e donne che rappresentano una risorsa indispensabile per il sistema giudiziario, ma che nonostante ciò sono costretti a operare in un contesto di precarietà e incertezza sul proprio futuro.
Secondo Cagnazzo, “l’Ufficio per il Processo è un esempio concreto e continuo di come il lavoro di migliaia di lavoratori qualificati e formati possa fare la differenza nel supportare la magistratura e l’attività di cancelleria. Sono stati decisivi nello smaltimento dell’arretrato e per avvicinarsi all’obiettivo della ragionevole durata dei processi”.
Contratto, ultimo rinnovo 14 anni fa. Pur apprezzando l’impegno per la stabilizzazione di 6.000 unità, secondo la Fp Cgil il mantenimento dei nuovi standard di efficienza oggi raggiunti richiede la necessaria stabilizzazione di tutti e 12.000 i precari assunti con il Pnrr e lo scorrimento delle graduatorie.
“Ma occorre anche valorizzare il lavoro di chi opera nel settore della giustizia”, dice il sindacalista. “L’ultimo rinnovo del contratto collettivo risale a 14 anni fa: un contratto vecchio e superato già allora, oggi assolutamente inadeguato. Tutte le figure introdotte per realizzare i progetti Pnrr vanno inserite nel contratto collettivo per non svilire quanto fin qui realizzato”.
Senza contare che il Ministero della Giustizia è l’unico ministero a non aver sottoscritto il contratto integrativo: omissione che penalizza fortemente le lavoratrici e i lavoratori e limita ogni tentativo di riorganizzazione efficiente degli uffici. “Una circostanza, questa, che rende poco attrattiva la Giustizia per i giovani concorsisti e che incentiva la mobilità verso altri ministeri, anche per l’irrisorietà del salario accessorio oggi applicato”, conclude Cagnazzo. Nella piattaforma del sindacato anche l’investimento per migliorare il patrimonio edilizio, spesso inadeguato a ospitare l’attuale numero di dipendenti, rispetto ai quali è necessario intervenire per rendere moderni e informatizzati gli uffici, adeguandoli agli standard richiesti dalle norme vigenti.