-35% GRANO -16% LATTE – 60% VERDURE; A MONOPOLI CAMPI DI SEDANO E FINOCCHI INTERRATI

IMG_5137Cronaca/ di Redazione

Bari – Secondo le stime della Coldiretti Puglia a spingere la deflazione a febbraio è il calo dei prezzi dei prodotti agricoli che sta provocando effetti devastanti nelle campagne. La riduzione dei prezzi al consumo è drammaticamente amplificata nelle campagne pugliesi, dove i prezzi del grano duro hanno subito un calo del 35%, del latte del 16% e di verdure e pomodori che registrano il crollo fino al 60% rispetto allo scorso anno sia in provincia di Bari che a Foggia. 

“La forbice dei prezzi dal campo alla tavola – denuncia Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia – si allarga sempre più per effetto congiunto dell’andamento climatico anomalo e troppo spesso di speculazioni e distorsioni lungo la filiera. Rispetto agli ortaggi, a nulla è valsa la programmazione degli orticoltori che in Puglia stanno raccogliendo broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili. Ciò sta determinando una saturazione e conseguente stagnazione del mercato già fermo per una domanda che non c’è, perché più fa caldo meno i consumatori acquistano ortaggi di stagione”.

“La situazione dei prezzi in campagna – continua la Coldiretti – sta assumendo toni drammatici anche per il grano e gli allevamenti, in maniera particolare per il prezzo del latte alla stalla”.

“Per questo abbiamo chiesto all’Assessore al ramo Di Gioia – dice Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – di convocare il tavolo agroalimentare attorno al quale far sedere tutte le parti della filiera dalla produzione alla commercializzazione. Sono enormi e non più accettabili le distorsioni esistenti nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola, durante il quale i prezzi si moltiplicano in modo esponenziale e i centesimi si trasformano in euro. Però, per ogni euro speso nell’acquisto di prodotti alimentari, 60 centesimi vengono assorbiti dalla distribuzione commerciale, 23 centesimi dalla trasformazione e solo 17 servono a remunerare il prodotto agricolo”.

In campagna la situazione è particolarmente difficile per gli ortaggi. “Non ci conviene raccogliere – racconta il giovane imprenditore di Monopoli, Vitantonio Labate – e stiamo interrando finocchi e sedano. Hanno addirittura proposto di acquistare i finocchi al prezzo di 1 centesimo, quando noi paghiamo la piantina 3 centesimi. In alcuni casi, piuttosto che buttare o distruggere il prodotto, stiamo invitando conoscenti e consumatori a venire direttamente in campagna a raccogliere e a portar via a costo zero finocchi, insalate e sedano”.