Il Sedile

Inflazione: Spinta da +50% dall’olio di semi, +21% da panini, pasta e mozzarelle.

Rubriche/di Coldiretti Puglia

A favorire la ripresa dell’inflazione è la spinta dei rincari dei prezzi degli alimentari con in cima alla classifica dei prodotti l’olio di semi con un +50%, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori,  ma ci sono aumenti del 21% anche i prodotti alla base della dieta mediterranea, come pasta, mozzarelle e pane.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla base delle rilevazioni dell’Istituto Pugliese per il Consumo che segnala aumenti a doppia cifra a febbraio 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

La frutta fresca non riserva sorprese – aggiunge Coldiretti Puglia – con prezzi che si tengono sulla media dell’anno scorso, eccezion fatta per i prodotti non pugliesi,, come le banane il cui prezzo schizza del +22% e i meloni gialli, evidentemente fuori stagione, che registrano aumenti da capogiro fino al 57%. Lo stesso vale per ortaggi e verdura con i prezzi delle melanzane che segnano +56% e dei cavoli con +44%, mentre è crisi profonda in campagna, con la forbice dei prezzi tra produzione e consumo che aumenta da 3 fino a 5/6 volte dal campo alla tavola.

Le difficoltà si estendono dalle tavole dei consumatori alle campagne dove – sottolinea la Coldiretti Puglia –oltre 1/3 delle aziende agricole (34%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo mentre il 13% è addirittura in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività secondo il Crea che evidenzia i forti aumenti dei costi di produzione.

Ma a rischio alimentare ci sono oltre 800mila famiglie, con la Puglia che supera la media con il 27,5 per cento dell’incidenza di povertà relativa, il peggiore su scala nazionale, la punta dell’iceberg delle difficoltà – denuncia Coldiretti Puglia – in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari.

Con la crisi un numero crescente di persone è stato costretto a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente – sottolinea la Coldiretti regionale – ai pacchi alimentari che hanno aiutato tra gli altri bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), anziani, senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni) e disabili. Fra i nuovi poveri – continua la Coldiretti Puglia – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalle misure contro la pandemia. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.

La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori, afferma Coldiretti nel sottolineare l’esigenza di raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa”. Nell’ambito del Pnrr Coildiretti ha presentato progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti.  Un impegno che – conclude Coldiretti – ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali.

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