L’Italia è al primo posto in Europa per evasione fiscale da parte dei cinesi. Tra le maggiori imposte evase dalla comunità cinese figurano l’IRES, IRAP, IRPEF, l’IVA, oltre alle imposte locali.
L’evasione fiscale stimata nel 2012 ammonta a circa 42 miliardi di euro, + 7 miliardi di euro rispetto al 2011 con una crescita del 16% annua.
E’ quanto emerge da una nuova indagine effettuata dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “ADB” di KRLS Network of Business Ethics per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani, condotta elaborando una serie di dati ministeriali, delle banche centrali, degli istituti di statistica, delle Polizie tributarie e de Lo Sportello del Contribuente.
A Prato, su un campione di 100 dichiarazioni dei redditi presentate da confezionisti cinesi per il 2012 è emerso che a fronte di circa 200mila euro di imposte da pagare, l’Amministrazione finanziaria non ha riscosso nulla, mentre a Napoli, in un noto quartiere dove si combatte una faida di camorra, sono state rilevate ben 9.400 imprese, tra individuali e società di capitali, su un totale di 15.000 esistenti e la gran parte di queste sono riconducibili a imprenditori cinesi, che gestendole tramite prestanome, non pagano regolarmente le tasse.
In quasi tutte le ditte cinesi controllate nel primo semestre del 2013 sono state trovate irregolarità che hanno portato a sanzioni amministrative ed in mote di queste sono state riscontrate anche violazioni penali.
Le aziende cinesi operano in tutti i settori industriali, tra cui l’abbigliamento, la produzione di detersivi e giochi. Insomma, altro che tessile di Prato, meccanica fine di Vicenza e Treviso, mobile della Brianza.
‘Le statistiche – spiega Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani – poi, fanno il resto. Analizzando i dati emerge che nei distretti dove la comunità cinese è maggiormente presente, e’ stato rilevato un indice di evasione fino al 98%. Bisogna subito rafforzare i poteri di verifica e controllo fiscali conferendo poteri di Polizia tributaria ai Vigili urbani ed ai Carabinieri. Da sola la Guardia di Finanza, che da tempo opera con successo sul fronte dell’evasione fiscale, non può fronteggiare un’evasione così diffusa’.