Compagna elettorale ormai nel vivo. Si osserva di tutto anche frasi di statisti conservatori utilizzate da candidati sindaci di sinistra.
Egregio Direttore,
in questi giorni di marzo l’aria inizia a scaldarsi non solo perché siamo ormai prossimi alla primavera, ma anche perché la campagna elettorale è entrata nel vivo.
A tal proposito vorrei fare qualche osservazione pur non essendo un’esperta di politica.
Iniziamo col dire che nulla è cambiato dalle precedenti elezioni: seppur in forma rivista ed aggiornata con i tempi, le facce sono sempre le stesse. Molte di esse, con una scelta che conferma e certifica il fallimento dei partiti, si sono riciclate nelle liste civiche, nelle quali di civico vi è poco o nulla. Anche se il candidato sindaco è una figura nuova, emergente, le facce che lo sostengono sono sempre le stesse. Quindi dov’è la novità?
Ma la cosa ancor più grave è sentir parlare da tutte le coalizioni di cantieri aperti per garantire il massimo coinvolgimento e la massima partecipazione dei liberi cittadini galatinesi. Ma davvero queste coalizioni, fatte da gente che è in consiglio da oltre 10 anni, non conoscono i problemi di Galatina? Hanno davvero bisogno di costituire un tavolo programmatico per risolvere i problemi e per fare un programma o sono solo specchietti per le allodole per giovani sfortunati e padri di famiglia che ragionano ancora con la ormai superata logica che portava e porta a pensare che stare vicino ad un sindaco può portare vantaggi e forse un posto di lavoro?
Inoltre il bilancio ereditato dalle precedenti amministrazioni (è fuor di dubbio che le colpe non sono tutte dell’ultima amministrazione ma ogni amministrazione ha dato il suo contributo, e molti di loro ce li ritroveremo nel prossimo consiglio comunale) non permetterà di realizzare molto di quello che sentiremo raccontare nei bar e agli angoli delle strade, come un film già visto, e nessuno si preoccuperà di riscuotere le tasse non pagate dai soliti furbetti, per la paura di “perdere consensi”. Se davvero partecipano alle elezioni con spirito di sacrificio per la città, allora le coalizioni accettino la sfida che lancio: Sindaco, assessori e consiglieri comunali rinuncino ai loro gettoni di presenza/stipendi e li donino a realizzare qualcosa di concreto per la città.
Sfida lanciata, la accetteranno? Io ho i miei dubbi. Buona campagna elettorale e pensate bene prima di fare le vostre scelte. Carmela.
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Gent.ma Carmela,
sono d’accordo quasi su tutto ciò che lei scrive. Sono tante, troppe le facce di bronzo che ancora persistono nel voler continuare a fare i protagonisti della vita politica cittadina. Ciò nonostante da decenni, molti anche da generazioni, continuano a fare danni saltellando e beccando ovunque possono racimolare qualche mollica.
Non posso, però, dar loro torto a 360°, un po di umana pietas bisogna pur concederla e ciò per alcuni motivi.
Primo fra tutto la maggior parte di loro fuori dalla politica sarebbero degli illustri sconosciuti, dei signor nessuno oggi ossequiati e domani scansati.
Secondo perché la Politica, quella con la p minuscola, concede privilegi anche a chi è soltanto un numero. Privilegi economici, che non sono i gettoni di presenza o lo stipendiuccio del sindaco o dell’ assessore, ma quelli che derivano da un utilizzo improprio del ruolo politico rivestito.
Terzo perché la politica, in fondo, è una droga. Una volta entrata in circolo difficilmente la si elimina a meno che , gioco forza, non vengano rinchiusi in una comunità di recupero. Ma a questo dovrebbe provvedere l’elettore.
Ne saremo capaci? Questa è la vera scommessa cara Carmela. Bisogna andare a votare, magari turandosi il naso, come era solito dire il compianto Indro Montanelli, ma bisogna andarci cercando di individuare il meno peggio.
Solo su una cosa non sono d’accordo ossia sulla rinuncia ai compensi. Se un politico lavora a tempo pieno o anche part time per il bene della collettività, è giusto che percepisca una adeguata remunerazione per il lavoro svolto. Solo il ricavato da furberie, da forzature o peggio ancora da ruberie e da privilegi senza senso sono le cose che fanno imbufalire.
Per il resto in una campagna elettorale ci si deve aspettare di tutto senza meravigliarsi di nulla. Basti pensare che una candidata sindaca di una coalizione di sinistra(?) ha fatto scrivere su un manifesto questa frase .”Se vuoi che una cosa venga detta chiedila ad un uomo. Se vuoi che una cosa venga fatta chiedila ad una donna“.
A parte la stucchevole dicotomia uomo/donna, probabilmente la candidata, o chi ha suggerito, non sapeva che quella frase appartiene a Margareth Thatcher. il cui riferimento meno irriguardoso rivolto verso il Socialismo è stato : «Il mio lavoro è impedire alla Gran Bretagna di diventare rossa».
Non si meravigli di nulla ed osservi tutto criticamente, poi andremo a votare magari con qualche dubbio in meno. Cordialmente p.z.