Il Sedile

La crisi economica colpisce tutto, dalle vacanze alla…questua.

Dagli oltre 29 milioni di italiani in vacanza nel 2009 siamo scesi agli attuali 18,6 milioni. Cestini della questua sempre più pesanti….ma di moneta spicciola. 

Cronaca/ di Redazione

Dai sondaggi effettuati presso un campione abbastanza significativo di italiani è stato evinto che solo una esigua percentuale di italiani si concederà la tradizionale vacanza estiva di almeno 8 giorni. La percentuale si attesta intorno  al 31%, circa 18,6 milioni di cittadini.Si conferma in questo modo, purtroppo, la forte contrazione della domanda turistica iniziata in questi anni. Basti pensare che il numero di cittadini che vanno in vacanza è passato da 29,4 milioni nel 2008 a 18,6 milioni stimati nel 2015.

I pochi che partiranno lo faranno soprattutto all’insegna del risparmio, cercando l’ospitalità presso amici e parenti, nonché avventurandosi nella sperimentazioni di formule innovative come lo scambio casa.

Molti preferiranno, invece, le vacanze “mordi e fuggi”, con soggiorni sempre più brevi: le tendenze in questo senso sono soprattutto orientate verso le capitali europee o esperienze e percorsi enogastronomici. Emerge in tal senso, sempre più chiaro, il contrasto con il 10% delle famiglie molto benestanti, che sceglieranno mete di lusso.

La crisi non ripsarmia, dunque alcun settore della vita degli italiani. Diminuiscono i consumi e diminuiscono addirittura anche le questue.  I devoti continuano ad affidare la propria anima al buon dio, la fede non vacilla ma a vacillare è la questua a causa della recessione. Le cassette delle offerte languono, cala l’elemosina e questo mette in difficoltà parroci e parrocchie salentine.

Sale in grido dall’arme dalle Parrocchie perchè ormai sono in pochi i fedeli che donano denaro durante la messa della domenica. La maggior parte delle persone dona solo centesimi che poi richiedono la difficltà di essere conteggiati e cambiati e spesso anche i commercianti declinano di accettare piccole monetine in cambio di soldi di carta. All’inconveniente si potrebbe ovviare ricorrendo alle banche.

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