Cronaca/di Coldiretti Puglia
Da Brindisi a Santa Maria di Leuca ci sono 100 chilometri di patrimonio olivicolo devastato.
Dal 2015 non vengono effettuati monitoraggi, a seguito della decisione della Commissione Europea che ha previsto, per i territori infetti in modo stabile (a sud della zona di contenimento) a causa della impossibilità di eradicare il batterio, il venire meno dell’obbligo degli abbattimenti e dei monitoraggi in un’area infetta di quasi 200mila ettari con 21 milioni ulivi.
E’ la precisazione di Coldiretti Puglia rispetto al gravissimo uso strumentale dei numeri rispetto alla diffusione e all’impatto della Xylella fastidiosa sul territorio pugliese.
“Continuare a minimizzare il disastro colposo che si è consumato in Puglia è inaccettabile. Vengono propinati numeri al lotto da chi evidentemente ignora – ancora dopo 6 anni – la differenza tra le zone demarcate, dove è in atto l’attività di monitoraggio e i fini stessi del monitoraggio e l’area infetta dove non ci sono abbattimenti e monitoraggi. Usare la percentuale dell’1,6%, cioè di 993 ulivi infetti su 61.558 piante analizzate nel monitoraggio dell’ultimo anno, per negare l’entità e la vastità del danno che è pari 1,2 miliardi di euro è scandaloso”.
Intanto, secondo i dati dell’ultimo monitoraggio sono stati trovati altri 43 ulivi infetti nelle province di Brindisi e Taranto, 32 a Carovigno, 4 a Ceglie Messapica, 1 a Montemesola e 6 ulivi a San Vito dei Normanni, con il numero di piante infette che sale a 928.
Anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha lanciato l’allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo – continua Coldiretti Puglia – con il contagio che avanza inarrestabile verso nord.
“Non dimentichiamo che la Puglia, per poter accampare pretese a livello comunitario e pretendere di essere aiutata dall’UE vista l’enormità del danno causato dal batterio, doveva attenersi alle direttive comunitarie. Le dimissioni del Commissario straordinario di Arif Milillo non hanno fatto che peggiorare la situazione, compreso che i 70 abbattimenti previsti a Crispiano per estinguere il focolaio dell’infezione sono sospesi e le eradicazioni chirurgiche necessarie a fermare l’avanzata della malattia hanno subito nuovamente una battuta d’arresto”, insisteMuraglia.
“Va recuperato il ritardo della Regione Puglia sul protocollo per regolamentare la pratica degli innesti per salvare gli ulivi monumentali. L’innesto può rappresentare una speranza per il mondo produttivo olivicolo-oleario, ma soprattutto può rappresentare la speranza della tutela paesaggistica della Piana degli Ulivi Secolari e del Salento, attraverso un protocollo tecnico di utilizzo, in modo da avere riferimenti chiari”, conclude il presidente Muraglia.
Di seguito, la disamina sulla base di dati Regione Puglia e Consiglio Nazionale delle Ricerche sede di Bari.
Zona indenne (per definizione zona senza batterio): nessun infetto tra 1.924 piante. La zona indenne è il territorio a nord delle due fasce colorate.
Zona Cuscinetto (per definizione zona a rischio ma ancora senza batterio): nessun infetto tra 6.965 piante analizzate. Nella mappa è la fascia colorata (blu/viola) superiore. Per fortuna le analisi confermano che non è ancora interessata dal batterio
Zona di Contenimento: ossia la parte terminale della zona infetta, confinante con la zona cuscinetto, dove il batterio comincia a comparire con i suoi ultimi avamposti e dove, per contenerne la diffusione, si abbattono le piante infette. Nella mappa è la fascia colorata più larga (colore arancione/granata), dove sono state trovate 214 infette tra le 21.461 analizzate. Nella stessa zona l’anno precedente erano state trovate solo 19 piante infette tra oltre 100mila analizzate. La comparsa di altre 214 piante infette (un numero oltre 11 volte più grande del monitoraggio precedente), nonostante le 19 infette siano state abbattute e le piante analizzate siano diminuite dell’80%, non può certamente risultare una notizia positiva.
Zona infetta ex ZONA DI CONTENIMENTO: è la zona che nella mappa è, indicativamente, circoscritta dall’ovale verde. E’ un’area di altissimo pregio, parte della piana degli olivi monumentali, ancora poco interessata dall’epidemia ma dove il batterio sta purtroppo accrescendo la sua presenza. Sono state trovate 779 piante infette tra 31.208 analizzate (dati ancora parziali che nel frattempo si sa per certo siano aumentati) e dovrebbero essere abbattute con l’obiettivo di mantenere sane il più a lungo possibile le altre piante.
Zona infetta: è la zona della mappa nell’ovale rosso che interessa l’intera provincia di Lecce e parte delle province di Brindisi e Taranto, dove Coldiretti ha stimato i 21 milioni di ulivi infetti, area dove dal 2015 non c’è attività di abbattimento e monitoraggio.