Il Sedile

La pittrice leccese Gabriella Legno inserita da Vittorio Sgarbi nel suo annuario di arte contemporanea.

La mostra “PORTO FRANCO” a cura di Vittorio Sgarbi, in onore degli artisti pubblicati nell’Annuario, sarà fruibile da sabato 28 giugno a sabato 5 luglio (Palermo, Villa Castelnuovo, Viale del Fante 66 – 10/13 e 14/18, ingresso libero, info 3273682249)

Cronaca/Lecce/Comunicato di Valori e Rinnovamento.

Ennesimo significativo e prestigioso riconoscimento per la pittrice leccese Gabriella Legno, prescelta dal più noto critico e storico d’arte italiano, prof. Vittorio Sgarbi, ed inserita nel suo Annuario d’Arte – Artisti Porto Franco con una sua lusinghiera, lunga ed accurata recensione critica.

L’artista salentina sarà presente con l’opera “Chiave Tonale Oro-Rubino” alla specifica mostra in onore della ristretta cerchia degli artisti prescelti e pubblicati nel volume, che sarà inaugurata il prossimo 2 luglio (la mostra sarà fruibile dal 28 giugno al 5 luglio 2014), alle ore 18, a Palermo, nella prestigiosa location di Villa Castelnuovo dallo stesso Sgarbi, in occasione della presentazione ufficiale alla stampa del suo annuario di arte contemporanea. Inoltre, Gabriella Legno sarà presente con dieci opere nel grande portale internet curato da Vittorio Sgarbi Bebopart.com. nella home page e nella sezione speciale “Artisti Vittorio Sgarbi”.

Ormai da tempo, Gabriella Legno, www.gabriellalegno.it , viene costantemente invitata a partecipare ad importanti mostre personali e collettive nazionali ed internazionali, ottenendo numerosi ed importanti premi, nomine accademiche e significativi e prestigiosi riconoscimenti e consensi da parte dei critici d’arte e degli esperti del settore.

Il lungo testo critico di Vittorio Sgarbi su Gabriella Legno si conclude paragonando l’artista leccese al grande pittore francese Robert Delaunay (Parigi, 12 aprile 1885 – Montpellier, 25 ottobre 1941) : “ Eccolo, Delaunay con la moglie Sonia, elaborare, fra il ’12 e il ’13, il ciclo delle ‘Forme circolari’, la risposta astrattista in salsa transalpina al primato russo-tedesco sancito da Kandinskij, per poi tornare, a guerra in corso, a lambire le rive della figurazione. Non mi sarei dilungato, su Delaunay, se non vedessi Neo-Orfismo, echi post-divisionisti, misticismo, musiche di colori e forme circolari anche nelle opere astratte della Legno, quelle che, preso il volo dalla terra, dalla sua Lecce, sorvolano l’orbita dell’immateriale, immerse in una visione perpetua che aspira a contemplare, forse, il mistero ultimo, l’idea platonica nel suo stato puramente metafisico. E il viaggio, al centro dell’universo dentro la nostra mente, immensamente più grande di quello reale, diventa senza fine”.

 

 

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