Rubriche/Opinioni/di Piero D’Errico

Dalla posizione privilegiata di chi non ha chiesto “voti” e ricevuto nello stesso istante controindicazioni, richieste di impegni, di favori o tutela di interessi. Dalla posizione privilegiata di chi non vede con lo sguardo distorto e deforme di una “appartenenza” che involontariamente spesso costruisce posizioni “favorevoli” o “contrarie” indipendenti da logiche obiettive, provo a capire da “lontano” quello che ultimamente è potuto accadere.

Premetto che considero il REDDITO DI CITTADINANZA e QUOTA 100, cose buone e socialmente giuste.
Che Salvini, pur con “uscite” condivisibili ( rispetto della divisa, legittima difesa, TAV ) la sua posizione rabbiosa e poco umana nei confronti degli immigrati, azzera ai miei occhi, quanto di condivisibile ci poteva pur essere.

Ciò premesso, considero politicamente immotivata la sua esponenziale crescita, come di gran lunga superiore alle attese è la straordinaria sconfitta del MOVIMENTO, sconfitta che se pur già da tempo nell’aria, non è mai stata preventivamente immaginata pari al “crollo”.

Il tutto al netto delle mitiche promesse elettorali “sparate” qua e là solo per raccogliere consenso e che ripercorrere oggi, attraverso “comizi e filmati”, sono più che “patetiche”.

Niente comunque a fronte degli episodi di corruzione che hanno coinvolto la LEGA.
Corruzione verso cui la LEGA ha avuto atteggiamenti giustificativi e difensivi che avrebbero dovuto far crollare i consensi, mentre il MOVIMENTO, aveva nei confronti dei casi di corruzione un atteggiamento più adatto al “consenso” che però non è arrivato.

Aggiungo inoltre a carico della LEGA, alcuni comportamenti di Sindaci che sfacciatamente allontanavano bambini i cui genitori non riuscivano a pagare la retta per la mensa scolastica e che avrebbero dovuto provocare nel cuore delle persone normali tanta indignazione.

Perché allora la LEGA è cresciuta così tanto ???
Resta una irrefrenabile voglia di populismo e nello scontro tra i “populismi” della LEGA e del MOVIMENTO, la LEGA è sembrata avere il populismo più credibile, più organizzato e quindi più votato.

Ha vinto il “populismo più populista” al di là di ogni ragionevolezza.
Ha vinto la propaganda, lo show, la narrazione, hanno vinto i like.
Non riesco a trovare altre “evidenze particolari” che giustifichino in altri modi la crescita della LEGA.
Vince il voto fluido, la politica “usa e getta” in cui i partiti sono un prodotto di veloce consumo.

Non si è ancora smaltita la gioia della “vittoria” e si è già ad assaporare l’amarezza della sconfitta.
Non è ancora finita l’ultima bottiglia di spumante con cui si è brindato alla vittoria e già si fa largo, prende piede la tristezza della sconfitta.
Solidale comunque con quanti nel MOVIMENTO, tremano ad ogni starnuto del Governo che fa sembrare prossima la campagna elettorale.
A volte la politica è anche “solitudine”.

E mentre si mettono in campo nuovi slogan con quel che avanza del REDDITO DI CITTADINANZA e QUOTA 100, dipendesse da me lascerei le somme là dove sono state destinate, rimodulerei i requisiti, li farei più aderenti alle situazioni attuali, lo ritoccherei con calma, lontano dalla pressione di una campagna elettorale che avrebbe dovuto incassare quel consenso derivato, che non c’è stato.

Resta la sua filosofia di fondo, quella di andare incontro alla povertà, che può non servire, ma ha tutta la mia approvazione.
Punterei alla riforma dei Centri per l’impiego, alla formazione mirata, alla tutela della piccole e medie imprese.
Punterei alle Agenzie per il lavoro, e ad una “crescita felice” come solo la nostra italianità sa fare.

Resta il fatto di una vittoria non totalmente giustificata e di una “sconfitta” così forte da sembrare altrettanto non giustificata, non avendo fatto sia i primi che i secondi cose dissimili.
C’è una variabile in tutto quanto, una variabile impazzita, una variabile ingovernabile e incontestabile: IL SOPRAVVENTO DELLA RABBIA SULLA RAGIONE.