Il Sedile

La risata triste di un clown

Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico

Questa “lettera” è stata scritta nel febbraio del 2002. Conservata e pubblicata solo ora.

A quattro passi da casa mia, un po’ di anni fa,  forse tanti anni fa, o  forse troppi anni fa, quando ancora il cemento non aveva preso il sopravvento sulle città, c’era sdraiato uno spazio così verde e aperto che quando ci camminavi sopra ti dava un senso di libertà, ti faceva correre, saltare, giocare.

Non c’era neanche da attraversare per raggiungerlo, non c’era pericolo. Ogni stagione gli regalava un nuovo prato, un nuovo manto, tanti colori si mescolavano e si rincorrevano, davano allegria, lo coloravano anzi lo dipingevano.

Il colore che su quel prato andava per la maggiore era il giallo.

C’era sempre.

Beh, in quello spazio di tanto in tanto, tirava su le tende un circo.

Ed era festa.

Ricordo, per tutto il tempo che si fermava, stavo più lì che a casa.

Non vedevo l’ora di finire di studiare per andare, non vedevo l’ora di finire di mangiare per andare.

Ricordo una sera piovosa e fredda d’inverno, ero come al solito seduto in prima fila, ricordo…….

“Le luci si abbassano e tu entri poi si accendono e sei al centro della scena. Sei il clown, parli male, cammini male, diverti da morire, fai morire dalle risate.

A tanti bambini hai fatto dimenticare di fare i compiti, a qualcuno dimenticare i problemi, hai fatto dimenticare a qualcuno le cose da fare, hai fatto dimenticare a qualcuno i successi e gli insuccessi, la carriera mancata, la spesa finita, le scadenze non rispettate, la macchina rotta.

Cadi e ti rialzi, corri e inciampi, poi vai incontro ai bambini seduti, giochi con loro, li fai crepare dal ridere, vogliono tutti toccarti, vedere se sei vero.

Tanti applausi clown, sembrano non finire più.

Ma stasera clown non sei tu.

Stasera no, sembra come  non ci sei, sei un altro.

Tanti applausi ma tu non li senti.

Che è successo clown, che ti è successo, perché non ridi con noi.

Fai divertire tutti noi ma non riesci a divertire te stesso.

Stasera hai dei strani pensieri clown, qualcuno è partito ? Qualcuno ti ha lasciato ? Qualcuno non è arrivato ?

Perché sei triste stasera, hai litigato, non ti hanno aspettato, sei stanco di girare, ti vorresti fermare ?

Non puoi essere triste, devi far ridere, non puoi piangere.

Stasera dietro la maschera c’è un dolore, un dispiacere strozzato, una rabbia nascosta, ma devi far ridere, non si può, devi fingere.

Che strano, devi far ridere mentre a te viene da piangere.

Devi divertire e questa sera non dev’essere stato facile, non dev’essere stato semplice, le battute le hai tirate fuori a fatica, ma quanto è difficile far ridere certe volte, far ridere in certi momenti.

Sei stanco clown.

Poi finisce la scena, tanti inchini e via, fuori ancora ridono e tu sei nascosto in un angolo che piangi. Che è successo ?

Quando il trucco va via, non ti riconosce più nessuno, viene fuori la tua tristezza, la tua voglia di sparire, la tua voglia di partire.

Nessuno sa come sei, nessuno sa come stai, nessuno sa dietro quel trucco da pagliaccio, il cuore per chi batte. Che farai stasera ?

Pensavo che in questo posto c’è solo allegria, non è così, quando cala il sipario questo posto è come altrove, difficile trovare oggi persone allegre e felici, il mondo si sta incattivendo.

Stasera nessuno ha capito, nessuno si è accorto, solo io ti ho guardato, solo io ti ho capito. E finita la scena, ti ho seguito, ti ho spiato.

Mentre ancora fuori ridevano, ti ho visto in un angolo che piangevi.

Cos’è successo ? – niente– mi hai detto, – niente – ma il trucco si scioglieva e si levava, colpa di una lacrima che scivolava sul tuo viso.

Hai ancora il vestito da clown, le scarpe enormi, rotte davanti, ma sei come ferito, il tuo cuore è a pezzi.

Ci provo a fare come te, a farti ridere, ripeto le tue battute, faccio finta di cadere, poi però cado davvero, mi rialzo e ricado di nuovo a terra.                        Vedo accennato un sorriso sul tuo volto, ci sono riuscito, sono riuscito a farti ridere.

Devo tornare a casa clown, mi dispiace, devo tornare. Forse qualcuno mi sta cercando, qualcuno si sta preoccupando.

Spero di rivederti, spero di incontrarti ancora e spero ancora di più che la

tua vita, una volta finito lo spettacolo, sia bella uguale, divertente uguale e che tu sia felice così come sembri quando sei in scena.

Porta in giro tanta allegria  mi raccomando, ce n’è tanto bisogno, però mettine da parte sempre un po’, mettine da parte sempre un po’ per te.

Te la meriti. Ciao. “

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