Lettere/di Piero D’Errico

Quella di Marcello Amante, non fu solo una vittoria, fu per noi coalizione di fronte, un’umiliazione e nello stesso tempo un insegnamento.

Fu la storia di quattro sconosciuti che riuscirono a prendersi gioco di un’ armata che si credeva invincibile e in cui pullulavano “guru, strateghi e indovini”.

La loro fortuna fu nell’aver capito prima ciò che ci stava succedendo intorno, l’aver guardato dentro la società.

La sua legislatura si è scontrata con la pandemia con le troppe cose che non si potevano fare e francamente non penso che altri avrebbero potuto fare meglio.

La bella vittoria, non mi esime però dal dover fare una critica. Hanno governato come se cinque anni non dovessero mai passare, senza creare nuove convergenze o comunque nuove alleanze, sull’idea di città che avevano già in mente.

Può succedere, quando capita di doverti perdere totalmente in un’opera di risanamento amministrativo che toglie spazio al resto.

Mi ammalai di COVID quando ammalarsi significava pensare  solo alla morte. Non lessi per tutto il tempo alcun messaggio, il pensiero che mi raggiungeva, faceva male.

Ero rinchiuso, non potevo stare neanche sulla porta e non sapevo neanche sino a quando.

Quando guarii li lessi tutti, tutti d’un fiato e a tutti risposi.

C’era anche il suo, carico di amore e di umanità.

Lo incontrai un po’ di tempo dopo e lo ringraziai.

Certe cose in certi momenti hanno un effetto speciale, certe cose in certi momenti restano per sempre.

Qualsiasi scelta politica diversa, lo avrebbe visto sempre e solo “mio amico”.

Ci trovammo poi a condividere pur partendo da postazioni diverse una uguale candidatura alla Regione Puglia.

E insieme alla candidatura quella volta condividemmo una identità di vedute e di valori.

Arrivando poi ai giorni nostri, quando il comune referente regionale nominato nel frattempo assessore, mi ha parlato di politica locale, non ho potuto fare diversamente.

Può piacere o no, ma questa è la storia, questa è l’evidenza di come la politica in tutto il suo percorso, allontana ed avvicina, in un percorso leale e spontaneo che non ha dato spazio a contrattazione o al dare e avere molto caro a molti.

Vedo qualcuno in fondo, nelle ultime file, agitarsi e gridare:

– ma chi cazzo te l’ha fatto fare ???

Ed io: per cortesia, non siate volgari.