L’appuntamento è per oggi, 28 novembre, nel Teatro Antoniano di Lecce.
Sabato 28 Novembre il Teatro Antoniano di Lecce ospita il sesto appuntamento della 46^ Stagione Concertistica della Camerata Musicale Salentina. In scena “La serva padrona”, il celebre intermezzo per musica di Giovan Battista Pergolesi. Protagonisti sul palcoscenico il baritono Alessandro Calamai, il soprano Francesca Schirinzi e il mimo Fabio Ariano, accompagnati dall’ensemble strumentale diretto dal M° Lorenzo Melissano.
L’intermezzo, riconosciuto come forma musicale a partire dall’epoca barocca, nasce in seno a spettacoli teatrali o musicali molto più lunghi e impegnativi. Tra un tempo e l’altro di una commedia o di una tragedia o di un’opera seria, si innestavano questi brevi pezzi teatrali musicati, di carattere buffo, che presto divennero più attesi e graditi dello spettacolo principale proposto.
La serva padrona è proprio l’intermezzo che scatenò la famosa Querelles des buffons che divise il pubblico tra i sostenitori del nuovo genere musicale buffo, più semplice e di immediato intendimento, e i paladini del teatro tradizionale che trattava temi più seri con musica più ricercata e complessa.Di fatto si era dato inizio alla cosiddetta opera buffa, che tanto successo ha riscosso da quel momento in poi.
I protagonisti sono Uberto, vecchio scapolo scontroso e taciturno, e la sua giovane e astuta serva, Serpina. Uberto, stanco dei capricci e delle prepotenze di Serpina, decide di ripristinare i giusti ruoli all’interno della casa fingendo di volersi sposare. La ragazza, ingelosita, annuncia a sua volta, con la complicità del servo Vespone, il suo matrimonio con il fantomatico Capitan Tempesta. Dallo sgomento provato al sentire l’annuncio delle nozze, Uberto capisce di essere innamorato di Serpina. Presto il finto Capitan Tempesta si presenta minaccioso a reclamare la dote della giovane e minaccia Uberto avvisandolo che in caso di diniego, gli toccherà di sposarla lui stesso. Spinto un po’ dalla paura e un po’ dall’amore per Serpina, Uberto si lascia estorcere la promessa di matrimonio. La burla è poi svelata e Serpina, anch’essa innamorata di Uberto, da serva diventa padrona.