Rubriche/di Luigi Mangia


In Palestina, nella terra d’inferno, é sospesa la vita, si é spenta la ragione, c’è solo sante, odio, morte e violenza. Il numero dei palestinesi morti ha raggiunto 11 mila : 3350 sono bambini, 2700 donne, è più di 27000 sono i feriti.

Nella terra del Medio oriente dove le religioni monoteiste, ebraica, cristiana e islamica, spesso sono coinvolte dalla politica e la guerra diventa devastante, il tempo di vita sospeso. Sono ormai 50000 le donne incinta e per loro partorire vuol dire superare condizioni esasperate indicibili, sfidare la morte perché le donne partoriscono lungo le strade, tra le macerie e abortiscono a causa del freddo e della fame.

Negli ospedali non c’é posto, manca l’energia e le sale parto sono inutilizzabili a causa delle bombe. La violenza cieca della guerra non risparmia e colpisce la vita dei bambini. La città di Gaza é un cimitero di bambini, infatti più di tutti, sono i bambini a pagare la guerra con la loro vita. Per loro dal Cielo non arrivano sogni ma bombe, non ci sono stelle.

Il rumore delle bombe, di 900kg proibite da sganciare nei centri abitati, riempié di terrore il buio della notte. L’aria ha il sapore dell’odio, l’odore del sangue innocente. I bambini senza sogni conoscono solo la paura della guerra nel buio freddo e disperato, senza avere un letto e il conforto caldo delle braccia della mamma. Ai bambini palestinesi la guerra ha tolto il cielo, ha negato l’acqua e il pane e ha dato loro l’odio come vita, solo che i bambini non sanno odiare, sono solo capaci di amare.

Chiedere la fine della guerra e il riparo dei bambini innocenti che la subiscono non é praticare una facile utopia, al contrario manifestare un vero desiderio di pace, di rispetto della vita di chi é nato per non odiare l’altro.
Stiamo male e subiamo il presente da sconfitti.

Certo vivere in un mondo pieno di guerre vuol dire abitare un tempo infelice e vedere sempre più lontano il futuro. Ormai i morti sono troppi ed é urgente perciò fermare la guerra che può portare soltanto l’odio tra i popoli e quindi favorire la guerra voluta da Hamas.