Il Sedile

“Lavoro minimo di cittadinanza”, un Avviso Pubblico alquanto arruffato.

Dimenticato che il Comune di Galatina non ha dipendenti in cassa integrazione e neanche percettori di altri ammortizzatori sociali? I progetti quali sono?

Cronaca/Galatina/di p.z.

E’ stato sottoscritto il 28 luglio scorso presso la Regione Puglia con le organizzazioni sindacali Cgl-Cisl-Uil  e UGL  di Puglia un  protocollo denominato “Piano lavoro di cittadinanza-lavoro minimo di cittadinanza”. Cominciamo a cercare di capire  in cosa consiste questo “lavoro minimo di cittadinanza” perché se qualcuno dovesse capirlo dall’ Avviso Pubblico del Sindaco di  Galatina  che trovate sui muri della città farebbe notte e rischierebbe di addormentarsi senza averci capito nulla.

Diciamo che altri Comuni come Corigliano, Cutrofiano giusto per fare qualche nome hanno fatto già da tempo delle pubbliche assemblee per spiegare di cosa si stia parlando.

Il lavoro minimo di cittadinanza prevede il coinvolgimento diretto dei Comuni nel ricollocamento di coloro che percepiscono attualmente ammortizzatori sociali, ossia lavoratori in cassa integrazione straordinaria, per cessazione di attività o a zero ore, che percepiscono una indennità con relativa contribuzione figurativa a carico dell’INPS e percettori di ammortizzatori sociali anche in deroga inseriti nella banca dati Inps  purché in percezione di indennità. Ciò vale sia per i lavoratori di aziende private che di Enti pubblici con una facilitazione in più per questi ultimi che vedremo in seguito.

Come sono o come sarebbero coinvolti direttamente i Comuni ? Promuovendo interventi e progetti per la ricollocazione dei lavoratori percettori di ammortizzatori sociali anche in deroga, attivando dei tavoli di intesa con partner del settore socio-economico aventi come oggetto la creazione di percorsi lavorativi con la finalità di ricollocazione anche parziale dei lavoratori. Si  tratterebbe insomma di promuovere progetti  aventi per oggetto attività di pubblica utilità che non rientrano nelle attività ordinarie dell’Ente Pubblico e con le quali possano essere reinseriti i lavoratori che usufruiscono di ammortizzatori sociali.

Per i lavoratori che si trovano nelle stesse condizioni ma che sono stati utilizzati dai Comuni  gli stessi Comuni  possono prevedere per i soli appalti pubblici finanziati con fondi regionali , a parità di punteggio nella graduatoria tra più ditte partecipanti,  un punteggio aggiuntivo per quella che si impegna  ad assumere una quota non inferiore al 20% dei lavoratori utilizzati dai Comuni.

Tralascio le modalità di selezione per la formazione delle graduatorie ed i titoli che danno diritto alla precedenza che troverete nell’avviso   pubblicato in alto a sinistra in apertura di articolo. Passo ad ampliare, invece,  ciò che con l’avviso pubblico si è voluto fare  andando, forse, oltre gli stessi intenti e direttive della legge.

Cominciamo da una superficialità figlia , forse, del solito copia- incolla indiscriminato ed  imperversante. Che senso ha mettere nell’avviso pubblico il passaggio che vi sarà una maggiorazione di punteggio per le aziende che in appalti pubblici finanziati dalla Regione Puglia assumeranno  il 20% dei lavoratori utilizzati dal Comune? Non mi  risulta che il Comune di Galatina abbia dipendenti in cassa integrazione o che usufruiscano di ammortizzatori sociali.

Passando invece ai  lavoratori a cui si chiede di far domanda per essere inseriti in una graduatoria generale da cui attingere per eventuali  inserimenti  lavorativi si è forse andati al di là delle stesse direttive o linee guida del protocollo.

In nessuna parte di esso si parla della costituzione di una Banca Dati ( come si legge in delibera  ed in Avviso). Primo perché sarebbe un doppione di  quella già esistente presso i vari Centri per  l’ Impiego e  potrebbe anche poter rappresentare un tentativo di bypass delle funzioni dei Centri ed in secondo luogo perché il deliberato regionale parla di altra cosa.

Si legge, infatti, testualmente nel  protocollo del lavoro minimo di cittadinanza che “ I Comuni che hanno sottoscritto il protocollo denominato “lavoro minimo di cittadinanza” emanano un Avviso pubblico con il quale nell’ambito dei progetti di intervento definiti  , richiedono la disponibilità dei lavoratori da utilizzare  in attività ai sensi della legge 223/91. Nell’avviso pubblico sarà inoltre definito il progetto di attività, il numero dei lavoratori, i requisiti richiesti per accedere al bando, il periodo di attività, l’impegno settimanale di lavoro”

Più chiaro di così si muore. Si parla di Avviso Pubblico per “progetti di interventi definiti” contenenti, tra gli altri, i requisiti per accedere al bando e non mi sembra che nell’avviso pubblico ci sia alcuna traccia di progetto già definito in base al quale invitare qualcuno a presentare domanda per una Banca Dati.

Resta a completamento dell’informazione per i lettori sapere che i selezionati  potranno essere utilizzati per un numero di ore settimanali corrispondenti, economicamente, ad un importo pari all’indennità percepita ed in ogni caso non inferiore a 4 ore giornaliere. La durata del progetto non potrà superare la durato dello stesso trattamento di mobilità o di cassa integrazione. Eventuali aumenti di orari superiori alle 4 ore sarebbero a carico dell’ Ente che utilizza i lavoratori a cui incomberanno anche gli oneri assistenziali e previdenziali.

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