Dopo Galatina, dove la Giunta Comunale ha deciso per il momento di non decidere, la polemica scoppia ora a Lecce per un manifesto pubblicitario ritenuto dalla Consigliera “volgare ed offensivo”

Alessia Ferreri

Alessia Ferreri

il manifesto pubblicitario

il manifesto pubblicitario

di Redazione
“Si possono capire gli ideali di una nazione dalla sua pubblicità” (Norman Douglas, Vento del Sud, 1917): nonostante il secolo trascorso, ritengo questo aforisma illuminante ed, in qualità di consigliera di parità provinciale, non posso esimermi dallo stigmatizzare l’immagine scelta da una ditta di arredamenti locale per invitare i clienti all’acquisto di mobili che campeggia su giganteschi cartelloni pubblicitari affissi in numerosi angoli del territorio e che raffigura anche una donna “più che discinta”, dichiara la consigliera di parità della Provincia di Lecce Alessia Ferreri. “La pubblicità è uno dei linguaggi più trasversali della società, incidendo fortemente sulla riproposizione costante di vecchi cliché, che agiscono sulla formazione delle persone sin dall’infanzia, perpetuando così le ineguaglianze tra uomo e donna”. “Le immagini volgari ed irrispettose della dignità femminile sono un danno per le donne e per l’intera società, perché minano alla base la possibilità di una convivenza civile e rispettosa dei generi e perpetrano quegli stereotipi di genere che, insieme ad altri fattori, sono di ostacolo al raggiungimento della equivalenza sociale, economica e professionale tra i generi”.Ed aggiunge: “Non gradiamo vedere pubblicità nemiche del corpo delle donne circolare nello spazio pubblico abitato da cittadine e da cittadini, da bambine e bambini: ricordiamo che, oltre a risultare offensive del sentire comune e del buon gusto, esiste una Risoluzione (2008-2038) del Parlamento europeo sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, che afferma che “la socializzazione – attraverso la scuola, la famiglia e l’ambiente socioculturale – è un processo che genera identità e valori” per mezzo di meccanismi identificativi e sottolinea che “gli stereotipi di genere vanno eliminati attraverso buoni esempi”. La risoluzione inoltre invita la Commissione europea a intensificare il suo impegno nella lotta contro la discriminazione nei mass media”.
“Stante questo crescente e motivato movimento di opinione contro un uso, sui mass media, di immagini degradanti della donna, si invita a rimuovere quanto prima tali manifesti lesivi della dignità delle donne ed ad adottare altre forme più creative per vendere arredamenti/mobili che non implichino il banale e umiliante uso del corpo femminile, prima ancora, oltretutto, che da comuni cittadine e cittadini ormai stanchi, anche via web, come di recente accaduto per noti marchi pubblicitari, partano campagne di boicottaggio dei beni pubblicizzati che certamente vanno nella direzione opposta rispetto all’intento pubblicitario”, conclude la consigliera Alessia Ferreri.A Galatina, intanto, venerdì scorso, sull’argomento avente per oggetto i “12 culetti” e la richiesta da parte di alcune Associazioni al Sindaco della città , Cosimo Montagna, di far ritirare il manifesto apposto all’angolo di via Gallipoli, la Giunta ha deciso di non decidere, avendo rilevato alcune “anomalie” formali e sostanziali nel percorso della vicenda che hanno fatto propendere per la la momentanea decisione di far rimanere i culetti “appesi al muro”.