Come al solito gli italiani si dividono in due su tutto. Poi dai due, specie nei gruppi di pensiero ed opinione, si diramano i vari sottogruppi che fingono di distinguersi dal principale ma è solo un modo per farsi notare e poter dire che ci sta da scegliere qualcosa di meglio, nella sostanza spicciola si tratta di potersi dare una visibilità quando gli altri spazi sono già occupati. Figuriamoci poi se si tratta di sesso o morale. Lì, come le vie del signore, le posizioni contrastanti diventano infinite. Sui network sta impazzandi in questi giorni una discussione e momento di scontro verbale veemente tra i pro e i contro agli sex shop in bella vista per le strade della città. Veniamo ai fatti. A Lecce un agente della polizia viene allertato da alcune segnalazioni su uno dei distributori automatici che costeggiano la sede universitaria di palazzo Codacci-Pisanelli, nei pressi di Porta Napoli. Il pannello elettrico che ricopre una delle vetrine più “originali” degli apparecchi “Automatic Shop 24”, infatti, non era stata abbassato. Così, una serie di oggetti erotici e altri prodotti analoghi se ne stavano lì, in bella vista. Accanto al distributore di profilattici era stata esibita anche merce “complementare”. Giochi e altri prodotti sessuali, per momenti hot “self service”. La legge, però, impone che locandine, dvd e altri prodotti dal richiamo osé vengano commercializzati nel ” rispetto della pubblica decenza”.