Rubriche/Opinioni/di Luigi Mangia
I sondaggi della campagna elettorale, a causa dei programmi confusi e poco chiari, certificano il vantaggio del centro – destra, il successo di Giorgia Meloni, leader dello schieramento ma non è una novità.
Al contrario, la novità è la crescita degli indecisi che stando agli ultimi sondaggi arrivano al 42%, e fra di essi ci sono i giovani, i diciottenni che per la prima volta votano per eleggere i Senatori.
La campagna elettorale è percepita come inutile per il Paese, perché non affronta i grandi problemi della crisi su cui i giovani si sono impegnati, in particolare negli ultimi anni. È scomparso dal dibattito l’importante problema della crisi del clima e della conseguente politica da adottare in sostegno della transazione energetica, assecondando lo sfruttamento delle fonti rinnovabili.
L’Europa e l’Italia hanno scoperto la loro debolezza delle fonti fossili dell’energia e la dipendenza del gas del dittatore Putin, il quale sta usando il gas come arma di guerra contro l’Occidente. Non solo. Nella campagna elettorale manca l’interesse verso il mondo della scuola, in grave ritardo, in cui si vedono i ritardi e le differenze fra il sud ed il nord dell’Italia.
Fra la scuola del sud rispetto a quella del nord ci sono ben quattro ore di differenza del tempo scuola. Da sottolineare ancora c’è la dispersione scolastica, che nel sud supera il 15% e l’Italia per questo grave problema è fra i Paesi europei negli ultimi posti. Nella scuola del sud mancano gli asili nido e manca anche la scuola dell’infanzia.
Il ritardo più grave è quello del tempo pieno. La proposta di riforma di Enrico Letta, uguale al modello di scuola adottato in Francia, che il segretario del PD conosce bene, è rimasta isolata e poi abbandonata perché sgradita al mondo cattolico interessato al voto e quindi arroccato a difendere gli interessi della scuola dell’infanzia privata e spesso nelle mani delle suore.
L’altro grande tema, mai risolto, è quello della sanità con tutti i vantaggi di cura per i cittadini del nord rispetto a quelli del sud. Ogni Regione ha il suo sistema sanitario, è stata infatti smontata la riforma sanitaria nazionale del ’78, la quale garantiva il diritto universale della salute così come vuole la nostra Costituzione.
La riforma sanitaria 833 del 1978 era il risultato delle grandi lotte del ’68. La sanità è stata il pozzo della corruzione, i politici non ne parlano perché sono complici della corruzione. Nella campagna elettorale non c’è un politico a cui chiedere di sentire una parola di futuro credibile verso i giovani, perché quasi tutti hanno da offrire promesse impossibili, tutte a debito: dal porto sullo Stretto di Messina di Berlusconi, alla flat tax al 15% di Matteo Salvini il cui costo è pari a 100miliardi, per finire al blocco navale di Giorgia Meloni. Sono proposte vecchie tutte del passato e sono tutte a debito sulle spalle delle nuove generazioni. Manca ai politici la consapevolezza del rischio del debito pubblico italiano che è arrivato a 2700miliardi e il nostro Paese è a rischio.
Gli indecisi non sono stupidi, sono delusi e disorientati. È un elettorato preparato e maturo, in grado di leggere e di capire la politica. È un elettorato che capisce bene il pericolo del populismo, e quindi che non può votare per chi intende riscrivere il PNRR di Mario Draghi e quindi chiede di continuare per la sua attuazione a cui è legata la sorte e il futuro dei giovani, in particolare di quelli che per trovare lavoro ed essere valorizzati nella ricerca hanno dovuto abbandonare il loro Paese.
Il 42% degli astenuti è il “primo partito” ed è a loro che dobbiamo parlare per avere la loro fiducia e quindi il loro voto per evitare di rischiare di perdere la credibilità che ci eravamo conquistati con l’ultimo governo di Mario Draghi.