Rubriche/di Piero D’Errico

C’è una stagione, un periodo dell’anno in cui la malinconia ti assale di più. E’ la malinconia dell’autunno.

Ti assale nelle prime serate di fresco, nelle prime piogge lente e senza fine, quando il sole non punge più, quando le spiagge sono deserte e i luoghi estivi ormai vuoti sembrano tristi e abbandonati.

I manifesti che annunciavano concerti e serate sono sbiaditi e non si leggono quasi più.

Non vedi più nessuno seduto sull’uscio di casa o affacciato al balcone e la città chiude prima.

Le giornate si accorciano, il sole tramonta in fretta e la luce del giorno non vede l’ora di ritirarsi.

Che fatica riabituarsi.

Si va a letto prima e si tirano su le coperte.

Si comincia a indossare qualcosa di più pesante, maniche corte? Le conserviamo per la prossima stagione.

La notte si dorme con la finestra chiusa, la bici è già in soffitta. Però che malinconia l’autunno, le sue foglie morte lungo i viali, le sue giornate grigie con quel vento che  spettina un po’.

E allora ? Non ci resta che aspettare.

Aspettare che passi il tempo, che calmi il vento caldo dell’autunno, il freddo dell’inverno, la magica primavera e che arrivi finalmente una nuova estate con il sole tanto forte da farci cambiare colore e il giorno tanto lungo da farci stancare.

E poi quei tramonti sul mare, quelle mattine calde e profumate, quell’ allegria diffusa, quel gran da fare.

E poi, poi…………

il solito dispiacere quando finisce, quando rivedremo le spiagge vuote e senza ombrelloni, quando il mare diventerà più blu e le prime piogge improvvise ci bagneranno.

E allora ?

Aspetteremo che passi di nuovo l’autunno, l’inverno, la primavera e ritorni la magica estate.

Lo faremo per tante volte, sino a svegliarci un giorno e vedere tutto uguale, tranne noi.

Quell’ attesa la portiamo sul volto, il tempo passato, si farà vedere su qualche ruga in più, anche il colore dei capelli è cambiato.

Si nuota un po’ di meno, si cammina un po’ di meno, si rientra un po’ prima.

E però sogni sempre l’estate e l’ aspetti sempre.

E come al solito, ogmi volta che arriva pensi che non passa mai e poi ti accorgi che dura solo un attimo.

E arriva poi il giorno in cui la tristezza della fine dell’estate sarà maggiore della gioia del suo arrivo.

E allora quasi non l’aspetti più, ma l’estate arriva uguale, arriva lo stesso.

Poi arriva un giorno di quell’ estate.

Il mare sarà sempre lo stesso, sarà quello di sempre, le abitudini della gente non sono cambiate, non sono cambiati i colori, il profumo del mare, gli odori in giro.

Il sole nasce puntuale come sempre, la luna uguale, le stelle saranno tutte lì al solito posto.

Tutto come tanto, tanto tempo fa, ma noi non ci saremo.