Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
In fondo, il fascino dell’estate è proprio quello, ci lascia sul più bello e noi lì
restiamo ad aspettare il suo ritorno.
Giusto un tempo che a volte ci sembra troppo lungo, a volte tanto breve.
Non facciamo in tempo a gridarle: “No, così non vale” che è già sparita.
Dovremo calpestare le foglie morte di un malinconico autunno.
Dovremo sperare al primo soffio di vento gelido, di svegliarci con la neve,
vedere coperto di bianco tutto intorno e fare festa.
Poi però vedremo rifiorire alberi e fiori, respireremo profumi, ci circonderanno i colori.
Il cielo tornerà ad essere sempre più blù.
Poi riapriranno gli ombrelloni e avremo un anno in più, qualcosa in più
da raccontare o forse qualcosa in più da dimenticare.
Cominceranno i progetti, la voglia di stare all’aperto, il desiderio di andare
in cento posti, molti dei quali spariranno dopo breve e saranno il rimpianto
di quell’estate.
Saremo pronti ad affrontare una nuova estate fatta di notti e di luci, di canzoni
e di sapori, fatta di incontri e di amori, di arrivi e partenze, di gioia di incontrarsi e dispiacere di salutarsi.
Ma ora, un’altra estate sta per voltarci le spalle, ci sarà posto per qualche ricordo, qualche particolare, qualche dettaglio che conserveremo per sempre.
La sua fine lenta, è segnata sempre da un po di malinconia, da un po di tristezza.
Sempre meno gli ombrelloni, sempre più gente che saluta e se ne va, tante insegne sono spente, chiuse tante vetrine, spiagge sempre più deserte.
Fai un po’ di fatica ad accettare la “sua fine” e speri sempre che la domenica
dopo sia “bello” per poterti illudere che ancora non è finita.
Tra qualche giorno cambierà tutto, cambieranno i luoghi di incontro, i luoghi
da frequentare, cambierà il tempo, il mare ci farà quasi paura, per le strade
vedremo manifesti scoloriti e tutti i segni di un’estate passata.
La vita in città che riprende, qualche temporale che ci sorprende, il giorno che
si accorcia, il cielo che si oscura e la nostra pelle che si chiarisce.
Chiuderemo porte e finestre, per strada lo sguardo triste di studenti
preoccupati.
E noi a ricordarci di portare sempre qualcosa di più pesante per la sera.
In questi due mesi, ho avuto sempre il pensiero che ogni mia “lettera” vi
raggiungesse al mare.
Spero sia stato così, spero che vi abbia sorpreso sereni, spero vi abbia scoperto
tranquilli, in una splendida giornata di sole e di mare.
Avrei potuto continuare a scrivere ancora, scrivere sino all’ultimo giorno
d’estate o anche dopo o forse all’infinito, sono sicuro che sarei riuscito a
stancarvi senza impegnarmi molto.
Mi fermo qui, oggi domenica 15 settembre.
Questa splendida idea del giornale, questo splendido appuntamento
di “ letture sotto l’ombrellone” è volato via, proprio come l’estate.
Mi fermo qui.
Ad una prossima volta, Ciao.