Il Sedile

Letture sotto l’Ombrellone : “Ritratto Popolare”, (seconda parte).

Rubriche/di Piero D’Errico

Sono andato via da questa terra che avevo quasi 100 anni.

Francamente non ne potevo più.

Non avevo un cazzo da fare, ero quasi un peso ed i giorni mi sembravano non finire mai, non passavano mai.

Era come se anche i giorni si fossero annoiati.

Si, proprio così, ero in mano alla noia, alla maledetta noia, quando finalmente sarebbe arrivato quell’attimo, ero pronto, non m’avrebbe colto di sorpresa ed ero anche curioso di poter sapere finalmente il dopo e magari raccontarvelo.

Ero tranquillo perchè avevo completato tutte quante le cose che dovevo completare, non avevo nulla da fare, da raccontare, ed era troppo tardi per ricominciare.

Malgrado in giro avevo sentito raccontare che “ogni età ha la sua bellezza”, tranne che per una ventina d’anni, che ricordo ancora molto belli, negli altri di bellezza non ne ho vista granché.

E benchè instancabilmente la cercassi, gli anni più belli erano sempre quelli, gli altri erano sempre accompagnati da preoccupazioni, paure ed esami che non finivano mai.

Gli anni dopo a “quando si è giovani” finivano per essere l’imitazione di “noi giovani”, finivano per essere la patetica ricerca di sembrare ancora giovani, negli atteggiamenti, nel  vestire, nel parlare e addirittura nel tentare di piacere, sino a sfiorare inevitabilmente il ridicolo.

Si finisce, involontariamente, in un’età che si accetta ma che si odia.

La parte più bella e più interessante si racchiude tutta in quel ventennio che raccoglie gli anni più belli, poi noia, malinconia e ricordi, la ricerca disperata di convincersi di una cosa che non c’è più, di una cosa che è già passata.

Ci saranno sempre passioni, ci saranno altre soddisfazioni, se vuoi altri divertimenti ma “gli anni più belli” sono ben altra storia.

Ci guardiamo nelle foto e quasi non ci riconosciamo più.

E allora si vivono gli anni più belli degli altri dei nostri figli, dei nostri nipoti.

Magari una sera ci trascineranno per forza con loro e mentre staremo là, sfiorati da un venticello di tramontana e con davanti qualcosa di fresco e di moderno che ci hanno consigliato di bere, ecco partire quel vecchio disco di tantissimi anni fa.

E’ il meraviglioso twist dei nostri tempi, i  piedi cominciano a battere sul pavimento seguendo il ritmo della musica e le mani pure, battono sul tavolino o su qualcosa che abbiamo davanti.

C’è tua figlia che ti invita, allora ti alzi e vai a ballare il twist, ricordi tutto a memoria, le parole della canzone e i passi del ballo.

Quando poi la canzone finisce e tu stai tornando a sederti al tuo posto, parte la canzone dell’hally galli e allora torni indietro e mentre torni, ti chiedi: è uno scherzo !!!

E invece no, non è uno scherzo, ci sono cose che resistono al tempo, restano sempre di moda, e tu sei lì in mezzo a tantissimi giovani, a ballare con loro.

E ti senti giovane anche tu, almeno in quella splendida notte di un caldo agosto.

Qualche tempo dopo me ne sono andato via da questa terra, non ricordo molti particolari, non ricordo neanche se dissi qualcosa di intelligente.

Mandai solo ….baci..baci …ed io di baci ne fui coperto.

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