Il Sedile

Letture sotto l’ombrellone: “Ti aspetto sveglia”.

Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico

Ormai è sera.
E’ la sera di una domenica di mezza estate.
Quelle domeniche dure a finire, quelle domeniche lunghe da morire.
Nel pomeriggio un temporale ha sospeso il caldo per un paio d’ore.

Poi il sole che compare all’improvviso e poi scompare coperto da nuvole rosse.
Della luna non c’è traccia. Mi affaccio per osservare meglio: non c’è.
Nascosta dietro una collina, nascosta dentro una cantina, nel giardino di una vicina.

“D.” si prepara. Come al solito comincia lenta, finisce in fretta. Ci sarà.
Ci sarà per uscire, in una delle prime sere che lo fa, con le amiche del cuore, con gli amici del cuore.
Ore 09.30 di sera.
Un bacio e un “ciao mà ”.

“D.” pettinata e profumata esce di casa. Appuntamento al muretto e da lì via tutti insieme.
Ad assaggiare l’estate, ad assaporare un po’ di allegria, ad inseguire un po’ di divertimento, a conoscersi meglio, a stare tutti insieme, a confidare segreti, a raccontare misteri.

La casa ora è più vuota, mi sembra troppo grande, mi sembra troppo triste, mi sento troppo sola, mi sento un po’ invecchiata.
Tutt’intorno le cose di “D.” sparse qua e là. – Le metto a posto dopo – m’ha detto uscendo.
Sa di trovare ogni cosa al suo posto.

Se chiudo gli occhi sento ancora l’eco dei suoi capricci, dei quaderni da scarabocchiare, dei pennelli da colorare. Che ora sarà ?
Sono le 10,00 di sera.
Guardo dalla finestra tanta gente che va, tanta gente che viene, tanta gente che parla, che si incontra, che si racconta. La piazza è piena, immersa in un cicaleccio senza fine, disturbato ogni tanto dallo stereo ad alto volume di un’auto che passa veloce.

Cosa farà la mia “D.”dove sarà, quando torna ? Tanti pensieri attraversano la mia mente, le cose da fare, le cose da preparare, da ricordare.
Sono le 11,00 di sera.
Di una serata fredda e malinconica, avvolta da un venticello estivo che ti fa ben sperare di poter riposare.
Un profumo di mare, un profumo di pesce, un profumo di fiori si rincorre tra le viuzze.

Ma dove andranno tutti quanti, così di corsa, così profumati, così tatuati.
E la mia “D.” dove sarà ? Si starà divertendo, si starà annoiando, avrà un pensiero anche per me?
Forse si o forse no, forse non so.

Aiutami ad accorgermi che sei cresciuta, a sopportare i banali ritardi in qualche sera, le tante stupide bugie.
Aiutami a capire la tua età, aiutami a superare la mia fragilità.
Gli occhi mi si cominciano a chiudere, forse ho dormito un po’.
Sento i rintocchi del campanile. Ne conto dodici. Dodici battiti forte di cuore, dodici respiri trattenuti.

Mezzanotte di una domenica noiosa, mezzanotte di una domenica malinconica, malinconica senza motivo, malinconica senza un perché.
Mezzanotte di una giornata senza luna, di una serata senza stelle, di una serata che si è smarrita, di una giornata che è già passata.
Come mai “D.” non torna ? Ma no, – torno mezz’ora dopo mezzanotte – mi aveva detto uscendo.

Di che mi preoccupo. E poi fuori c’è tanta gente, sembra giorno.
Sento passi leggeri e frettolosi salire le scale. La chiave girare, la porta che si apre.
Una vocina dolce e silenziosa che mi dice: – ciao mà, ancora sveglia ? – .
Ed io – non avevo sonno stasera -.
Poi mentre vado a letto con gli occhi che mi si chiudono, la solita vocina: – mamma, domani è il compleanno di Giò, sono invitata. Che dici ci vado ?

Penso: “chi sarà questo Giò ?”

Poi: “Va bene ci vai. Ma ad una condizione. Indossa le cose più belle che hai, compra il regalo più bello che puoi.
Illumina ogni ogni spazio col tuo sorriso, porta tanta allegria sopra il tuo viso.
E buon compleanno Giò, buon compleanno a tutti voi, alla vostra bella età, alla vostra felicità. Io ?
Farò qualcosa per passare il tempo, farò qualcosa per dare un senso, farò qualcosa se ne avrò voglia”.

VAI PURE “D.” IO TI ASPETTO SVEGLIA.

Exit mobile version