Il Sedile

Letture sotto l’Ombrellone. ” Vi mando dei saluti bagnati di mare e un arrivederci all’estate 2025″.

Rubriche/di Piero D’Errico

E poi cominciano a spegnersi le insegne dei locali e in strada si vede sempre meno gente.

Avverti i segnali inconfondibili della fine dell’estate e insieme ti senti addosso un senso di solitudine.

In spiaggia non c’è più nessuno e il mare ha un colore sempre più blu’.

Il silenzio intorno è rotto solo dal rumore delle onde che si infrangono sulla scogliera.

Il sole sembra ormai stanco di riscaldare ogni giorno il mare ed è stanca anche la luna di dover fare compagnia sino a tardi agli innamorati.

L’estate controvoglia ci lascia e noi chiudiamo l’ombrellone, pieghiamo le sedie, raccogliamo gli asciugamani e andiamo via non prima di aver dato uno sguardo che diventa quasi un saluto al mare e il mare sembra rispondere: ci vediamo dopo. Ciao.

E intanto l’autunno ci regala un ultimo scampolo di sole.

Poi spargiamo per casa gli ultimi granelli di sabbia rimasti appiccicati alla pelle mentre fuori tante mamme sono alle prese con libri, quaderni e penne.

E noi a immaginare già la prossima estate e rassicurare noi stessi che la prossima finalmente sarà l’estate perfetta.

L’estate perfetta che non arriverà mai.

Arriveranno le prime piogge, arriverà il primo freddo e noi sogneremo ancora il mare delle sette quando in spiaggia non c’è nessuno ed il mare è trasparente e immobile.

Quando il sole ancora non punge e in cielo non c’è neanche una nuvola a coprire quell’azzurro chiaro come il mare.

Sogneremo a lungo un posto dove c’è sempre il sole, un posto qualunque, un posto per caso dove c’è il mare.

Pensatemi impegnato nel portare a termine qualcosa mai conclusa, pensatemi quasi indaffarato, non pensatemi mai annoiato ma se qualche volta per caso dovesse accadere, datemi una penna che scorra veloce.

Avevo raccolto tante tracce che aspettavano solo me, ma non   sono così sciocco da pensare che il quanto scritto sia ripetibile domani o dopodomani o tra un anno, due o più e se riuscissi a togliermi di dosso un briciolo di inutile modestia, mi verrebbe da pensare che la straordinaria quantità di racconti scritti da sempre, sia storia irripetibile forse anche per me.

Mi sono divertito e non sono mai stato sfiorato dall’idea di saltare qualche appuntamento.

Spero solo di non aver disturbato, se è successo mi spiace, io volevo solo fare un po’ di compagnia, solo per qualche minuto, giusto il tempo di un racconto, giusto il tempo di un ricordo.

Ma poi arriva sempre l’ora di salutare con un inchino il pubblico e mentre il sipario si chiude lentamente, dire grazie.

Dire grazie a chi ha avuto la pazienza di leggermi e uno più forte a chi la pazienza non l’ha avuta.

Dire grazie al direttore per l’idea vincente che un po’ di anni fa ha avuto nel pensare a Letture sotto l’ombrellone e dire un grazie a Dio che ci fa divertire, a volte piangere ma comunque vivere.

Prendiamoci cura della nostra vita e ogni tanto facciamoci un applauso.

Del mio già sento l’eco.

Ci ritroveremo di sicuro sulle pagine di questo giornale, ma ora si è fatto tardi, mi fermo qui e come avrebbe detto Cocciante:

Vi mando dei saluti bagnati di mare.

Ciao.

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