Rubriche/di Prof. Luigi Mangia
Cecilia Sala non ha commesso nessun reato per essere rinchiusa in un carcere di sicurezza a Teheran nella prigione di “Adin” nel reparto “209”, dove sono rinchiuse le donne che si sono battute contro il regime Teocratico per rivendicare la loro libertà.
L’accusa contro la giovane giornalista è stata quella di aver mancato di rispettare le leggi islamiche: accuse infondate e generiche. Il suo viaggio in Iran infatti preventivamente, e con accortezza, la giornalista aveva concordato la lista delle persone da intervistare con i rispettivi nomi e cognomi, le domande da fare e le finalità del suo progetto culturale di informazione dei movimenti iraniani.
La polizia “morale” ha sequestrato Cecilia Sala solo per fare un uso politico di ricatto verso l’Italia al fine di tutelare l’ingegnere Mohammad Abedini esperto di tecnologia militare, di costruzione di droni, ora in carcere a Milano, a cui sono stati negati gli arresti domiciliari. Cecilia Sala è rinchiusa barbaramente in una piccola cella stretta e fredda, con due sole coperte, una per coprirsi e l’altra come materasso senza cuscino. La cella è chiusa, senza finestre, illuminata 24 ore con una luce bianca nota come tortura bianca per impedire il sonno.
A Cecilia sono stati tolti anche gli occhiali da vista e il cibo le viene fatto passare dalla fessura della porta per impedire di vedere le persone. La giovane cecilia è una povera donna sepolta viva da usare come riscatto politico verso il governo Italiano e in disprezzo del diritto internazionale. Cecilia Sala fa e preferisce il giornalismo social, è molto brava nel realizzare Podcast, quel giornalismo che interroga e fa parlare le persone. Dalla loro voce infatti conosciamo la storia, le abitudini, gli usi e i costumi dei luoghi soprattutto le relazioni dei corpi e la vita di comunità.
Il sequestro della giovane giornalista Cecilia, vuole essere la guerra la guerra Islamica contro quella forma di giornalismo di inchiesta che usa la voce, fa parlare i corpi, illustra i comportamenti di liberazione dai pregiudizi della religione e soprattutto l’avversione alla dittatura di liberare che individua nelle donne il nemico da sopprimere e da annullare. Cecilia sala con il suo sequestro dimostra il disprezzo del diritto internazionale di tutte le dittature che con la violenza della guerra pensano di governare e avere il dominio dei loro paesi. Tutti dobbiamo sentirci impegnati per liberare Cecilia Sala e soprattutto per non subire la barbaria e la prepotenza della repubblica Islamica di Teheran e liberare le donne alle quali viene negato il diritto di studiare, di leggere il corano ad alta voce, di cantare