Il Sedile

“L’osceno del villaggio” l’opera di Paolo Vincenti presentata questa sera nel Palazzo Baldi

Argo.Menti e Galatina Letterata vi invitano alle ore 19.00 nella sala G. Toma di Palazzo Baldi

Eventi/ di Rosanna Verter

Galatina – Ormai conosciamo tutti il giornalista-scrittore Paolo Vincenti, salentino doc, la cui ultima fatica letteraria “L’osceno del villaggio” sarà presentata a cura di Argo.Menti, e del Salotto di Cultura “Galatina Letterata” questa sera alle ore 19.00 nella sala “G.Toma” di Palazzo Baldi, alla presenza di “Melanton” Antonio Mele, disegnatore e scrittore e di Antonio Errico, scrittore e critico letterario. A dialogare con l’autore il direttore del periodico “Il Galatino” dr. Rossano Marra mentre gli intermezzi musicali saranno a cura dell’attore e musicista Michele Bovino.

La penna dell’autore prende di mira in questa miscellanea le oscenità dell’oggi, i guasti e le storture del mondo della comunicazione e ancor di più della politica italiana. Lo fa con un tratto lieve, con brio e un velato cinismo, a volte condendo i pezzi con humor e arguzie creative.

Ci si chiede come mai questo titolo.

Lo scemo del villaggio è una persona che gode di una certa notorietà nella piccola comunità a cui appartiene, perché singolare nei comportamenti, caratterizzato da una scarsa intelligenza e sciocco, che non ha filtri inibitori rispetto alle convenzioni sociali; la sua tipizzazione è legata soprattutto alle società arcaiche, dove tutti si conoscevano ed era facile etichettare le persone. Con un ardito e simpatico gioco linguistico, nella raccolta di articoli di Paolo Vincenti, lo scemo diventa l’Osceno del villaggio, titolo mutuato, come lo stesso autore racconta in un articolo, da un programma televisivo.

Che cosa è osceno per noi? Forse ciò che è brutto? Ciò che non si può dire o vedere? L’osceno ha a che fare con tabù, pudore, vergogna. Chi è, dunque, l’Osceno del villaggio? E di quale villaggio si parla? McLuhan ci ha consegnato, con una metafora fortunata e pregnante, la definizione di “villaggio globale”: a un certo punto, per via dei media e della facilità nel comunicare, il mondo è diventato improvvisamente piccolo, un villaggio appunto.

Il villaggio, dunque, è il mondo. Chi è, allora, l’ Osceno del villaggio? Chi è questa voce che si leva dal coro per esprimere candidamente e argutamente il suo parere su aspetti della nostra quotidianità, ai quali siamo così assuefatti da non saperne più cogliere le dissonanze?

Attendiamo stasera, per saperne di più.

 

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