Il Sedile

L’Università ai tempi del Coronavirus.

Rubriche/Opinioni/di Caterina
Luceri, membro Assemblea Nazionale di Italia Viva.

L’Italia è bloccata da più di un mese ma scuola e università continuano affannosamente a lavorare per cercare di salvare l’anno scolastico ed accademico. I problemi però sono molteplici e se a quelli scolastici si sta dando risposta, purtroppo i Rettori delle Università si ritrovano soli a gestire interi Atenei tra lezioni online e lauree telematiche.

Da studentessa universitaria ho voluto raccogliere tutte le riflessioni dei miei colleghi e ho individuato insieme a loro criticità e problematiche rilevanti che, se non risolte, potrebbero compromettere la riuscita dell’anno accademico di molti studenti ed addirittura la conclusione stessa dell’intero percorso accademico di tanti altri.

Partendo dagli strumenti pratici essenziali molti ragazzi ancora, nell’epoca della digitalizzazione non hanno la possibilità di munirsi di computer con webcam integrata, di connessione dati o wifi per seguire le lezioni online e per sostenere gli esami in via telematica. Questa problematica è ancora troppo diffusa: internet dovrebbe essere un diritto, un diritto di cittadinanza per citare Rodotà. All’assenza degli strumenti digitali di base si aggiunge la difficoltà nel reperire i libri di testo necessari per la preparazione degli esami e la speculazione che vede alzare i prezzi di molti manuali universitari. Si ha dunque la necessità di poter reperire libri in formato pdf o e-book ad un minor prezzo o se possibile gratuitamente.

La situazione diventa ancora più grave se prendiamo in considerazione tutti i laureandi che stanno scrivendo la propria tesi o sono in procinto di farlo. La maggior parte dei contributi delle banche dati sono infatti accessibili solo dalle postazioni delle biblioteche di ateneo ormai chiuse da qualche settimana. I laureandi dunque non hanno modo di reperire i libri a loro necessari per la stesura della tesi, libri molto spesso fuori produzione o troppo costosi e che sono solo consultabili nelle varie biblioteche universitarie. A questo proposito la soluzione che è stata suggerita da molti miei coetanei è quella di prevedere un servizio a domicilio di prestito di libri a tutti i laureandi e i dottorandi oppure pensare alla riapertura graduale delle biblioteche di ateneo ovviamente nel rispetto della salute dei lavoratori e di quella degli studenti.

Alcuni hanno posto l’attenzione sui tirocini curricolari necessari ed indispensabili per conseguire il titolo di diploma e che se non svolti portano molti studenti a perdere la possibilità di partecipare alle pre-selezioni di alcuni concorsi pubblici (basate su titoli e requisiti che lo studente deve acquisire durante l’anno accademico).

Infine tra le tante riflessioni che mi sono state fatte, penso sia fondamentale porre l’attenzione sulle sessioni di esami, in particolare se la situazione attuale si prolungherà di molto andando a comprendere anche il periodo estivo. Nello specifico mi riferisco a tutte le prove di esame fatte per iscritto o quelle che comprendono, per le materie scientifiche, esperimenti di laboratorio.

I Rettori delle Università si stanno muovendo molto bene, aiutati anche dalle associazioni studentesche che cercano di recepire le istanze di tutti gli studenti ma purtroppo non basta. Chiediamo dunque delle linee guida dal Ministro dell’Università e della Ricerca. Ci serve sapere che non siamo soli, almeno questa volta, soprattutto questa volta.

Caterina Luceri, membro dell’Assemblea Nazionale di Italia Viva e coordinatrice del Comitato di Azione Civile Europa (Italia Viva Galatina)

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