Filcams, Fisascat e Uiltucs incalzano Comune e società partecipata. “Accordo scaduto a dicembre. Il sindaco passi dalle parole ai fatti”.

Cronaca/Nota CGIL, CISL,UIL

“Ripristinare il full time per tutti i lavoratori della Lupiae e tornare al Contratto collettivo nazionale del Commercio”. Le segreterie territoriali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil incalzano il Comune di Lecce sulle sorti del personale della società di cui è socio unico.

Nei giorni scorsi il Prefetto ha convocato, su richiesta di una sigla sindacale autonoma, un tavolo al quale ha partecipato l’amministratore unico di Lupiae Servizi, Alfredo Pagliaro. A quanto si apprende dalla stampa, quell’incontro avrebbe avuto esito positivo in riferimento alla richiesta di ripristinare l’orario settimanale a 40 ore per un numero imprecisato di lavoratori della società partecipata (che ha 230 dipendenti).

Le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil sono da anni attori protagonisti della battaglia per il completamento dell’orario settimanale in favore dei lavoratori della Lupiae Servizi. Infatti l’accordo siglato cinque anni fa con la società, teso ad evitarne il fallimento (l’azienda è ancora alle prese con un concordato di omologa fallimentare), prevedeva la decurtazione dell’orario lavorativo a 36 ore e il passaggio dal Contratto collettivo nazionale di lavoro del Commercio a quello più economico (e vantaggioso per Comune e Lupiae Servizi) del Multiservizi. Quell’accordo è però scaduto il 31 dicembre scorso.

“È esattamente da quella data che Filcams, Fisascat e Uiltucs reclamano a più riprese non solo la reintroduzione delle 40 ore ma, soprattutto, il ripristino del Contratto collettivo del Commercio”, dicono i segretari generali provinciali Daniela Campobasso (Filcams Cgil), Marcello Frassanito (Fisascat Cisl) e Antonella Perrone (Uiltucs Uil). Visto che l’ultima parola sulla vicenda spetta all’Amministrazione comunale, non fatichiamo a credere che il sindaco Adriana Poli Bortone sia al nostro fianco in questa battaglia, giacché quando sedeva tra i banchi dell’opposizione aveva disapprovato il cambio di contratto collettivo, caldeggiando il rientro nel Ccnl di appartenenza”.